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Ucraina: sindacati E-R, aumento costi compromette Pnrr

A Bologna 1300 aziende hanno rapporti con Paesi in guerra

Redazione ANSA BOLOGNA

(ANSA) - BOLOGNA, 27 APR - La guerra in Ucraina avrà gravi conseguenze anche sul lavoro nell'area metropolitana di Bologna.
    Il tema è stato presentato questa mattina dai segretari bolognesi dei tre sindacati confederali durante una conferenza stampa, nella sede della Cisl, per presentare le iniziative del primo maggio.
    Secondo i dati forniti da Enrico Bassani, segretario generale Cisl Bologna, nel territorio ci sono 1.300 imprese che, a vario titolo, hanno interessi nei Paesi coinvolti nel conflitto. "Chi ne ha risentito di più è il mondo dell'artigianato - ha spiegato Bassani - tante imprese stanno cercando di fare di tutto per tenere aperte le attività, perché gli ordinativi ci sono, ma molte stanno producendo sottocosto".
    Tra le questioni che preoccupano i segretari c'è l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime che, oltre complicare i lavori programmati per il superbonus 110%, rischia di compromettere la realizzazione del Pnrr. "Parliamo di oltre un miliardo di euro su Bologna - ha detto Maurizio Lunghi, segretario generale Cgil Bologna - il rischio è che è la sua 'messa a terra' venga minata dalle conseguenze della guerra, perché se mancano le materie prime, come il cemento, ad esempio, i bandi restano sulla carta".
    Infine, i segretari hanno ricordato l'emergenza legata alla carenza di professionalità nel territorio metropolitano (fino a 20mila posizioni), la necessità di combattere il lavoro precario, di accrescere il potere d'acquisto dei lavoratori tramite aumenti salariali e l'urgenza di investire sulla sicurezza. Nel bolognese, secondo Giuliano Zignani, segretario generale Uil Bologna, nei primi due mesi dell'anno si sono registrati 3.086 infortuni e 11 persone sono morte nei luoghi di lavoro. "Questo è un tema centrale - ha rimarcato Zignani - chi va a lavorare deve tornare a casa la sera. Sicuramente ci può essere un problema legato agli ispettori e ai controlli, ma anche le aziende devono fare la loro parte". (ANSA).
   

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