(ANSA) - PERUGIA, 04 OTT - Nel 2021 le Camere di commercio
italiane all'estero ("Ccie") hanno aiutato più di 53mila Pmi a
posizionarsi sui mercati di loro competenza, mettendole in
contatto con oltre 90mila operatori esteri interessati ad
operare con l'Italia.
E' quanto si apprende in occasione della Convention mondiale in
programma a Perugia dal prossimo 8 ottobre.
Oltre il 45% delle richieste di assistenza sono state dirette ai
servizi di business matching e networking che hanno consentito -
anche a distanza - la realizzazione di partnership tra imprese;
al secondo posto tra le richieste vi sono i servizi di business
scouting e consulenza specialistica (32%), seguiti da quelli di
primo orientamento ai mercati esteri (20%).
La trasformazione in digitale di una larga parte dei propri
servizi ha permesso alle Ccie, inoltre di rispondere in maniera
sempre più personalizzata alle esigenze delle imprese aiutandole
anche a sfruttare le opportunità di business e dei processi
digitali a supporto dell'export.
Più del 62% delle attività di promozione realizzate dalle Ccie
si è svolta mettendo insieme il meglio del made in Italy, ovvero
attraverso una promozione integrata dei principali settori e
prodotti che meglio traducono all'estero il saper fare italiano.
"Lo sviluppo di iniziative trasversali - viene sottolineato - è
sicuramente una delle chiavi di successo per consolidare e
accrescere la proiezione del made in Italy sui mercati esteri".
Tra gli eventi settoriali, infine, quelli dedicati alla
promozione del "food and wine" italiano si collocano al primo
posto, sia con attività specifiche sia con progetti multipaese
quali, ad esempio, "True Italian Taste" - finanziato dal
ministero degli Affari esteri e della Cooperazione
internazionale - coordinato da Assocamerestero e realizzato dal
2016 in collaborazione con 41 Ccie di 27 Paesi del mondo, per
contrastare il fenomeno dell'"Italian Sounding" e favorire un
migliore posizionamento delle imprese italiane. (ANSA).