(ANSA) - TORINO, 24 NOV - Nel terzo trimestre 2020
l'attenuazione delle misure restrittive, introdotte con il primo
lockdown, ha permesso al tessuto manifatturiero piemontese di
rialzare la testa, ma pesa la nuova fase di emergenza e per
tornare ai livelli pre-Covid ci vorrà ancora del tempo. E'
quanto emerge dalla consueta indagine per il monitoraggio della
congiuntura economica piemontese, realizzata da Unioncamere
Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit, in collaborazione con gli
Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.
Nel periodo luglio-settembre 2020 il calo produttivo ha
ridotto notevolmente la propria intensità, passando dal -15,7%
del secondo trimestre al -2,4% del terzo. In ripresa la
produzione di autoveicoli, mentre resta ancora fortemente
penalizzata la filiera tessile. Tutti gli indicatori economici
sono però negativi: -3,2% gli ordinativi interni, -3,4% gli
ordinativi esteri, -1,5% il fatturato totale, - 61,8% il grado
di utilizzo degli impianti (-4 punti rispetto al terzo trimestre
2019). "In questo trimestre - commenta il presidente di
Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia - abbiamo assistito a un
rimbalzo economico, successivo al primo lockdown. Alla stabilità
del comparto alimentare si è affiancata l'importante ripresa dei
mezzi di trasporto, settore di punta della nostra manifattura.
Insomma, abbiamo registrato un piccolo recupero i cui effetti
però rischiano di essere annullati da questa seconda ondata
emergenziale e dalla chiusura di numerose attività. La priorità
è garantire alle imprese quella liquidità necessaria per
superare questa nuova tempesta". (ANSA).