(ANSA) - MILANO, 15 MAG - Centotrenta miliardi: a tanto
ammonta il potenziale economico inespresso della bellezza
italiana. La stima in una ricerca della Fondazione Italia patria
della bellezza e Prometeia presentato in Assolombarda, col
patrocinio del Ministero dei beni artistici e culturali. La
cosiddetta 'Economia della bellezza' - cioè beni di consumo,
tecnologie di ingegno, creatività e turismo - vale 240 miliardi
di euro, il 16,5% del pil. Ma se le aziende italiane avessero le
prestazioni dei miglior competitor europei la cifra potrebbe
crescere, appunto, di 130 miliardi, il 25% del pil. I maggiori
margini di crescita per lo studio sono nel settore dei beni
tecnologici (che potrebbe crescere di 61 miliardi) e
nell'industria creativa (fino a 42). Per questo, servono, tra le
altre cose, più hub tecnologici e della conoscenza.