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Giorno Memoria: Salizzoni incontra Lidia Maksymowicz

Giorno Memoria: Salizzoni incontra Lidia Maksymowicz

Visse 13 mesi nel campo di Auchwitz-Birkenau come 'cavia'

TORINO, 21 gennaio 2022, 17:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Salizzoni, ha ricevuto a Palazzo Lascaris Lidia Maksymowicz, deportata dalla campagna bielorussa e internata nel campo di concentramento di Auchwitz-Birkenau quando aveva solo pochi anni, insieme alla madre. " Un incontro commovente - ha detto Salizzoni - così come lo fu la visita del campo di Auschwitz che visitai negli anni Settanta quando, durante uno scambio fra studenti universitari, trascorsi un periodo di lavoro in un ospedale polacco. La vista del cumulo di oggetti personali appartenuti agli internati lasciò in me un segno profondo" .
    La signora Lidia ha donato al vicepresidente una copia del libro appena uscito 'La bambina che non sapeva odiare', scritto con Paolo Rodari e introdotto da testi di Papa Francesco e di due altri sopravvissuti, Liliana Segre e Sami Modiano. "La memoria è l'unico grande vaccino per evitare il ripetersi di simili tragedie", ha aggiunto il vicepresidente.
    Lidia visse 13 mesi l'inferno del lager, nella baracca dei bambini, diventando una delle piccole 'cavie' degli esperimenti di Mengele. Sua madre sparì in una delle 'marce della morte', alla fine del 1944 e lei venne adottata da una donna polacca, senza però perdere mai le speranze di rivedere la madre naturale, che in effetti ritrovò dopo 17 anni di ricerche.
    "Il numero che porto tatuato sul mio braccio documenta che quello che racconto è verità - ha commentato Maksymowicz - purtroppo sono pochi i testimoni ancora in vita ma è fondamentale raccontare ciò che è avvenuto per combattere quell'odio che con i nazionalismi sta riemergendo in molti luoghi. E mi rivolgo in particolare ai giovani".
   

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