I saldi invernali, avviati in
Piemonte il 5 gennaio " rivelano cambiamenti significativi nelle
abitudini d'acquisto. Il Covid ha riscritto le regole dei
consumi. La spesa media si attesta attorno ai 200 a famiglia,
orientata per lo più nei negozi sotto casa o di quartiere
complice anche l'inflazione, il caro-prezzi e l'aumento
galoppante dei costi energetici, carburante in primis". Sono le
considerazioni fatte da Patrizia Polliotto, presidente del
Comitato Regionale del Piemonte dell'Unione Nazionale
Consumatori.
"Tra i beni più richiesti - spiega - ci sono vestiario e
prodotti tecnologici. Rileviamo altresì come un buon numero di
commercianti abbia abbassato i margini di guadagno pur di
svuotare i magazzini e facilitare così la libera circolazione
delle merci".
Nel confronto con gli anni passati, emerge netto un calo nel
budget e nel numero stesso dei clienti. "La percentuale -
prosegue l'avv. Polliotto - è scesa del 30%. Cresce, invece, del
60% la quota dei consumatori che puntano più alla qualità,
dovendo optare per un numero più limitato di acquisti. Così come
aumenta l'insieme di quanti rinunciano ai saldi per evitare
acquisti inutili in un momento di crisi diffusa. In aumento
anche coloro che ricorrono a siti e app on line per scambiare
indumenti usati ben tenuti per beneficiare di permute o di
piccole somme con cui incrementare il proprio budget destinato
agli acquisti".
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