"Possiamo solo sperare che l'eco
di questo evento possa aiutare a salvare Ahmadreza'': così il
sindaco di Novara, Alessandro Canelli, e il rettore
dell'Università del Piemonte Orientale, Giancarlo Avanzi, al
sit-in organizzato nel tardo pomeriggio da Amnesty International
per riportare l'attenzione su Ahmadreza Djalali, il ricercatore
iraniano condannato a morte perché ritenuto spia dell'Occidente.
Djalali era stato per tre anni al Crimedim (Medicina dei
disastri) dell'Università del Piemonte orientale e con Novara
aveva mantenuto stretti rapporti.
Amici e famigliari dell'uomo temono che l'esecuzione della
condanna sia ormai imminente. 'In un Paese normale sarebbe alla
guida della risposta governativa alla pandemia da Covid-19 -
dice il portavoce Amnesty International Italia Riccardo Noury -
Invece Ahmadreza Djajali, esperto in medicina d'emergenza,
ricercatore stimato a livello internazionale, è ad un passo
dall'esecuzione nel suo Paese, l'Iran. La notizia è orribile: le
autorità iraniane intendono eseguire la condanna a morte di
Djalali entro una settimana. Nonostante i ripetuti appelli degli
esperti delle Nazioni Unite per l'annullamento della condanna a
morte e la scarcerazione, si va avanti verso questo
irreversibile atto di ingiustizia. Chiediamo al governo iraniano
di fermarsi e agli stati della comunità internazionale di
intervenire attraverso le loro ambasciate a Teheran''.
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