I distacchi di roccia dalla parete
nordest del Monviso sono un fenomeno destinato a proseguire ed è
necessario percorrere "con le dovute cautele" il tratto del
sentiero che porta al Colle di Viso "in corrispondenza del
canale di crollo", anche se "al momento non è stato coinvolto".
La raccomandazione viene dall'Arpa (Agenzia regionale per la
protezione ambientale) che a metà giugno ha effettuato, con il
supporto specialistico di Arpa Valle d'Aosta, un rilievo con un
drone "che ha consentito di rilevare, con elevato dettaglio, le
condizioni di avanzata fessurazione dell'ammasso roccioso
interessato dai crolli".
Nelle prossime settimane - spiega Arpa -"verranno condotte le
analisi e l'elaborazione delle immagini e dei dai registrati e,
in collaborazione con l'Università di Torino, si tenterà di
costruire il quadro complessivo della residua propensione del
settore di parete a generare crolli".
Il crollo nella parete nordest è cominciato il 26 dicembre
2019, quando, 200 metri a sudest del Canalone Coolidge, si sono
staccati 150-200 mila metri cubi di roccia, precipitati da quota
3200 metri fino a 2800, con almeno 4 massi di 150-250 metri cubi
di dimensioni. Tra le possibili cause la degradazione del
permafrost causata dai cambiamenti climatici.
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