"Prezzi dell'energia più bassi stanno contribuendo a ridurre l'inflazione complessiva e ad allentare le tensioni sui bilanci delle famiglie, la fiducia delle imprese e dei consumatori sta risalendo e la riapertura completa della Cina prima del previsto ha fornito una spinta all'attività globale" si legge nel rapporto dell'Ocse. Che osserva però come "allo stesso tempo, l'inflazione core si sta dimostrando persistente, riflettendo profitti più elevati in alcuni settori e pressioni sui costi ancora alte in mercati del lavoro resilienti. L'impatto di tassi di interesse più elevati in tutto il mondo si avverte sempre di più, in particolare nel settore immobiliare e sui mercati finanziari. Segnali di stress hanno iniziato ad apparire in alcuni segmenti del mercato finanziario mentre gli investitori rivalutano i rischi e le condizioni del credito si stanno inasprendo". Secondo l'Ocse, inoltre, "i pieni effetti dell'inasprimento delle politiche monetarie si vedranno solo entro la fine dell'anno o nella prima parte del 2024". Quanto all'inflazione, nelle economie del G20 è previsto un calo dal 7,8% nel 2022 al 6,1% nel 2023 e al 4,7% nel 2024, aiutato dal calo dei prezzi dell'energia e degli alimentari. Per quello che riguarda le prospettive per il futuro, l'Ocse osserva che "permane una significativa incertezza" e i maggiori rischi per le proiezioni sono al ribasso". In particolare, "una preoccupazione fondamentale è che l'inflazione potrebbe continuare a essere più persistente del previsto. Potrebbe quindi essere necessario un significativo ulteriore inasprimento della politica monetaria" per contenere i prezzi, aumentando il rischio di stress nel sistema finanziario e minando la stabilità finanziaria. L'organizzazione internazionale addita poi come altro importante rischio al ribasso per le prospettive economiche "il corso incerto della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina". Crisi geopolitica che potrebbe provocare nuove perturbazioni nei mercati energetici e alimentari globali. Guardando invece alle possibili prospettive favorevoli, l'Ocse indica la ridotta incertezza da una fine anticipata della guerra, le condizioni finanziarie più facili del previsto, una crescita della forza lavoro più robusta e un maggiore utilizzo del risparmio accumulato da parte di famiglie e imprese: tutti fattori che migliorerebbero la crescita e le prospettive di investimento.
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