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Covid: Stati baltici fra migliori al mondo in gestione virus

01 febbraio, 14:41
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 01 FEB - I Paesi baltici si collocano nelle posizioni di testa in una classifica globale delle nazioni che sono riuscite a gestire meglio la pandemia. Lo rivela uno studio di recente pubblicazione, prodotto dal Lowy Institute, un importante think tank australiano.

Lo studio, che include l'indice 'Covid Performance', si basa una graduatoria fondata su sei indicatori, per valutare quali paesi abbiano gestito meglio l'epidemia. La Lettonia, nona nella classifica generale del Lowy Institute - ranking che comprende in tutto 98 paesi - ha ottenuto i migliori risultati tra i paesi dell'Europa centrale e orientale, con 77,5 punti su un massimo di 100, seguita dall'Estonia (11/ma con 76,4 punti) e dalla Lituania (19/ma con 69,7 punti). La Slovacchia si è qualificata al 22/mo posto (64,5 punti), la Grecia al 32/mo (58,4), la Slovenia al 33/mo (58,1), l'Austria al 42/mo (52,8), la Serbia al 51/mo (46,8), l'Ungheria al 52/mo (46,3), la Croazia al 54/mo (45,9), la Germania al 55/mo (45,8). Più distaccate la Polonia, 65/ma con 38,4 punti e la Bulgaria, 67/ma (37,4). In fondo alla classifica, Romania (81/ma, 25,4 punti) e Ucraina (90/ma, 20,7), tra i Paesi in Europa più duramente colpiti dalla pandemia.

L'Italia si è classificata solo al 59/mo posto, con 40,4 punti su 100, mentre i Paesi con le migliori prestazioni a livello globale secondo il rapporto sono state Nuova Zelanda (94,4 punti), Vietnam (90,8), Taiwan (84,2) e Cipro (83,3). Al contrario, gli Stati Uniti (17,3), l'Iran (15,9), la Colombia (7,7), il Messico (6,5) e soprattutto il Brasile (4,3) non sono riusciti a gestire in modo efficace l'emergenza creata dalla pandemia, afferma lo studio.

Studio che si basa su diversi indicatori, in particolare il numero di casi confermati, i decessi per Covid, i contagi per milione di persone, le morti per milione, i casi confermati in rapporto ai tamponi effettuati e i test per mille persone.

L'Istituto ha anche classificato i Paesi presi in esame in base ad alcune categorie, per regione geografica, sistema politico, grandezza della popolazione e grado di sviluppo economico, "per determinare se esistono variazioni significative tra diversi tipi di Stati nella gestione della pandemia".

"Nessun singolo tipo di Paese è emerso come vincitore assoluto nel periodo esaminato", ovvero le 36 settimane che hanno seguito il loro centesimo caso confermato di contagio, ha specificato il Lowy Institute. Tuttavia, "alcuni fattori strutturali sembrano essere più strettamente associati a risultati positivi". Ad esempio, "i paesi più piccoli", quelli con una popolazione di meno di dieci milioni di abitanti, "si sono dimostrati più agili di quelli più popolosi nel gestire l'emergenza sanitaria per la maggior parte del 2020 ". Inoltre, i dati del rapporto hanno confermato in una certa misura le ipotesi del politologo americano Francis Fukuyama. Fukuyama ha affermato che "i Paesi con popolazioni meno numerose, società coese e istituzioni capaci hanno un vantaggio" competitivo "nell'affrontare una crisi globale come una pandemia". Lo studio ha anche svelato che "i Paesi con modelli" di governo "autoritari non hanno capitalizzato vantaggi prolungati nel combattere il virus" e che "le democrazie hanno riscontrato un successo leggermente superiore rispetto ad altre forme di governo nella gestione della pandemia". "Molti regimi ibridi, come l'Ucraina e la Bolivia", al contrario, sono apparsi fra "i meno in grado di affrontare la sfida", ha sottolineato il rapporto. (ANSA).

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