(ANSA) - ROMA, 23 OTT - Il bacino del Mediterraneo rischia
danni ambientali irreversibili. Con le sue coste e le rotte
marittime tra le più trafficate, i suoi paesi tra le
destinazioni turistiche più ambite al mondo, la regione è
inquinata da circa 730 tonnellate di rifiuti di plastica ogni
giorno. La presenza di oltre 1.000 specie non autoctone è una
minaccia per la biodiversità e la zona si sta riscaldando venti
volte più velocemente della media globale. L'avvertimento arriva
dall'ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per
l'ambiente(Unep) che denuncia come la perdita di biodiversità,
il degrado ambientale, il crescente impatto dei cambiamenti
climatici e la costante pressione sulle risorse naturali
potrebbero avere conseguenze devastanti e durature per la salute
umana e i mezzi di sussistenza nella regione che comprende
Spagna, Francia, Italia, Malta, Slovenia, Croazia, Montenegro,
Albania, Grecia, Turchia, Cipro, Libano, Siria, Israele,
Palestina, Marocco, Algeria Tunisia Libia ed Egitto. Il rapporto
evidenzia come il 15% dei decessi che avvengono nell'area è
dovuto a fattori ambientali, così come risulta causata
dall'esposizione all'inquinamento atmosferico la prematura morte
di 228 mila persone nel 2016. Dunque, il rapporto sottolinea
come la regione che ospita più di 512 milioni di abitanti, non è
sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile entro il 2030."Prendendo spunto dagli errori del
passato, si può immaginare una rinascita verde nel Mediterraneo-
si sostiene nel rapporto-Servono però misure urgenti per
arrestare le tendenze attuali''.''Possiamo fermare il degrado
ambientale se i governi si impegnano 'ora' a sostenere percorsi
di sviluppo più ecologici, se verranno adottate risposte
politiche adeguate ed efficaci per alleviare la pressione
ambientale e allo stesso tempo garantire le urgenti esigenze di
sviluppo umano'', insiste l'Unep. (ANSA).
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