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Covid: Europa valuta ricorso a vaccini cinesi

Serbia e Ungheria giĆ  somministrano il vaccino Sinopharm

15 febbraio, 14:17
(ANSA-XINHUA) - BELGRADO, 15 FEB - Vari Paesi in Europa devono fronteggiare la crisi legata ai ritardi nelle consegne dei vaccini contro la Covid-19, valutando una via d'uscita dalla logica dei lockdown e verso la ripresa economica, mentre l'Ungheria si è già unita alla Serbia nell'avvalersi del vaccino cinese Sinopharm per la propria campagna nazionale di immunizzazione di massa. In circa un mese, al 14% dei 6,5 milioni di abitanti della Serbia è stata somministrata la prima dose del vaccino contro il Covid-19, grazie all'1,5 milioni di vaccini prodotti in Cina. Seguendo i vicini serbi, il 31 gennaio l'Ungheria ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la casa farmaceutica cinese Sinopharm, che consentirà l'immunizzazione di massa di 2,5 milioni di persone. Con la prima spedizione in arrivo la prossima settimana, l'Ungheria sarà il primo Paese membro dell'Unione europea ad autorizzare la somministrazione dei vaccini cinesi. "Questo accordo accelererà la campagna di vaccinazioni, il che potrebbe salvare la vita di migliaia di persone e contribuire a revocare prima le restrizioni", ha spiegato il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto.

Sempre il 31 gennaio, il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, si è detto "aperto" alla somministrazione in Germania di vaccini prodotti in Russia o in Cina, mentre Markus Soeder, ministro-presidente dello Stato federato tedesco della Baviera, ha invitato l'organismo di supervisione europeo a testare i vaccini russi e cinesi "al più presto". Una spedizione di vaccini prodotti da Sinopharm arriverà presto anche in Bosnia ed Erzegovina, dove una delle due entità territoriali, la Republika Srpska, li ha ordinati l'8 febbraio, come ha annunciato Alen Seranic, il ministro della Salute e della Previdenza Sociale dell'ente regionale bosniaco. Le istituzioni della Republika Srpska, ha rivelato Seranic, hanno esaminato tutti gli effetti e le valutazioni scientifiche sui vaccini di tutti i produttori, compresi quelli cinesi. L'efficienza, la qualità e la sicurezza dei vaccini, ha aggiunto il ministro regionale, sono i tre criteri che tutti i vaccini che entreranno nella Republika Srpska devono soddisfare. "Sulla base delle esperienze di altri Paesi, dove i vaccini cinesi sono già stati autorizzati, abbiamo deciso che avevamo bisogno di acquisire anche un certo numero di vaccini dalla Cina", ha aggiunto Seranic. "Abbiamo già ordinato vaccini per il 20% della nostra popolazione", ha proseguito il ministro, secondo cui ordinare questi farmaci dalla Cina "ci renderà felici di poter offrire diversi tipi di vaccini ai cittadini".

All'inizio di questo mese, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron hanno aperto alla possibilità di somministrare nei rispettivi Paesi qualsiasi vaccino approvato dall'Agenzia europea per i medicinali, che finora ha dato il via libera solo a quelli prodotti da Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca. La carenza di vaccini autorizzati in Europa ha attirato crescenti critiche da parte della popolazione e sollecitato soluzioni alternative.

Rispondendo a tali preoccupazioni, il 10 febbraio la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ammesso che l'Ue è in ritardo nella lotta contro il virus e di esser stata "troppo ottimista" sulla produzione di massa dei vaccini.

Annunciando un nuovo quadro normativo come soluzione futura per accelerare il processo di autorizzazione, l'ex ministro tedesco della Difesa ha affermato che occorrono tre o quattro settimane in più per ottenere l'approvazione dell'EMA, il che rappresenta "un investimento in fiducia e sicurezza". Eppure, i cittadini dei Paesi membri dell'Ue non sembrano altrettanto pazienti, perché salvare vite umane e porre fine ai lockdown è imperativo.

"Se non ci sono i vaccini, non possiamo vaccinare", ha ricordato il mese scorso Todor Kantardjiev, direttore del Centro nazionale bulgaro per le malattie infettive e parassitarie, lamentandosi degli scarsi progressi del programma di immunizzazione. "Lo Stato cercherà altre opzioni e non esiteremo ad acquistare qualsiasi vaccino che sia efficace e sicuro e che sia riconosciuto dall'Europa, compresi, ovviamente, quelli provenienti dalla Russia e dalla Cina", ha aggiunto Kantardjiev.

In Serbia, secondo Ivona Ladjevac, direttrice del centro per la Belt & Road Initiative presso l'Institute of International Politics & Economics del Paese, il vaccino di Sinopharm è stato accolto con piena fiducia e la rapida inoculazione è considerata un'opportunità. "Dobbiamo sfruttare questa opportunità", ha spiegato Ladjevac. "La Serbia può fare come Israele, il primo Paese che concluderà questa vaccinazione di massa e tornerà alla normalità: anche noi possiamo ottenere qualcosa del genere". Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato in un'intervista concessa a Xinhua che la maggior parte delle persone nel Paese sono state vaccinate con il vaccino Sinopharm. "Non esiste alcun altro Paese in Europa in cui si possa trovare questo livello di fiducia (nel vaccino cinese) come qui in Serbia", ha sottolineato il capo dello Stato serbo. "Le persone qui sono molto soddisfatte e siamo davvero orgogliosi di essere riusciti a fornire prodotti così utili per migliorare la salute della nostra popolazione e per il futuro di questo Paese", ha concluso il presidente serbo. (ANSA-XINHUA).

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