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Erosione costa,monitoraggio costante per indirizzare risorse

Da progetto Stimare un 'digital twin' per testare scenari clima

02 luglio, 13:12
(ANSA) - PESCARA, 02 LUG - L'aumento delle aree costiere interessate da imponenti processi erosivi rende impossibile reperire le risorse per metterle tutte in sicurezza, occorre uno strumento oggettivo per stabilire le priorità e un'attenta valutazione del rischio può essere d'aiuto. In tal senso le tecnologie sviluppate dai gruppi di ricerca del progetto 'Stimare', come le stazioni video a basso costo per il monitoraggio della idro-morfodinamica, installate a più ampia scala aiuterebbero ad avere un continuo controllo dello stato delle spiagge e della loro vulnerabilità a erosione e allagamento. Lo spiega l'ingegner Renata Archetti, docente dell'Università di Bologna e coordinatrice scientifica del progetto Stimare 'Strategie innovative per il monitoraggio e l'analisi del rischio Erosione', realizzato insieme al Politecnico di Bari e finanziato dal ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. I risultati di due anni di lavoro sono stati presentati oggi a Roma. Quattro i siti di studio, tutti sul mare Adriatico: in Emilia Romagna Riccione e Cervia, in Puglia Margherita di Savoia e Monopoli.

La principale emergenza è legata agli effetti delle mareggiate. "Effetti fisici quali erosione e allagamenti - precisa Archetti - economici, dovuti alla perdita di indotto per l'utilizzo dei territori, ecologici dovuti all'intrusione salina che modificherà le vegetazioni. Sarà necessario lavorare per una maggiore integrazione del monitoraggio. Abbiamo enti che a volte non si parlano. Le realtà sono diverse da regione a regione - sottolinea - L'Emilia Romagna è un'eccellenza sia nel monitoraggio sia nella gestione della linea di costa, altre devono migliorare l'integrazione tra reti di misura, altre non hanno un Piano regionale delle coste".

Il periodo di lavoro che ha impegnato 28 ricercatori è coinciso con le diverse fasi dell'emergenza pandemica, "siamo stati coinvolti anche nella stesura dei protocolli per la sicurezza delle spiagge nell'estate 2020 - aggiunge Archetti - Non mi aspettavo di incontrare, anche in un progetto finanziato da un Ministero, così tanta burocrazia e lungaggini nell'ottenere permessi dagli enti preposti per svolgere semplici rilievi in campo, installare una telecamera, far volare un drone, installare un ondametro in mare. D'altra parte non mi aspettavo tanto entusiasmo dai giovani collaboratori, che sentono davvero urgente la ricerca di soluzione per la difesa della costa dai cambiamenti climatici".

Archetti elenca i possibili sviluppi del progetto: "Lo studio di soluzioni Nature-based per la difesa delle coste; l'estensione ad altre regioni della strumentazione implementata durante il progetto (VISTAE). La disponibilità di tanti dati fisici permetterà, mediante tecnologie digitali (cloud, capacità di calcolo, intelligenza artificiale) di realizzare un 'gemello digitale' del sistema mare/costa su cui testare scenari climatici, fattori di stress antropici o strategie politiche del Green Deal, per consentire misure per aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, migliorare la gestione del rischio di catastrofi e sviluppare piani territoriali". (ANSA).

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