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Porti: Genova, Sech celebra 30 anni con una festa e nuovi investimenti

Pronto l'ordine per due gru di banchina per 22 milioni

01 giugno, 18:25

 "Quando ho fatto l'operazione sono andato alla ricerca di qualche altro incosciente come me. Incoscienti anche perché sapevamo già che stava per essere rilasciata da lì a poco la concessione nientepopodimeno che alla Fiat per quel "piccolissimo" terminal che era il Vte". Luigi Negri racconta così l'inizio della storia, trent'anni fa, del Sech, il terminal contenitori di calata Sanità che oggi, come il Vte (rinominato Psa Genova Pra'), è controllato dal colosso di Singapore Psa. Sech è stato il primo terminal contenitori a Genova a ottenere la concessione, il primo giugno 1993, prima ancora che la riforma portuale 84/94 arrivasse a sancire l'ingresso dei privati negli scali. Domani sera Psa Italy ne festeggia il compleanno al Galata museo del mare, ma anche con nuovi investimenti, a cominciare dall'ordine annunciato di due nuove gru di banchina da 11 milioni ciascuna che si aggiungeranno a quelle già commissionate per la banchina ferroviaria. "Il Sech è fondamentale per il nostro piano di crescita" spiega Roberto Ferrari, ad di Psa Italy (Psa Sech, Psa Genova Pra' e Vecon) illustrando gli investimenti sul terminal che quest'anno festeggerà anche tornando ai volumi di traffico del 2021 che si era chiuso con 303 mila teu, dopo la flessione del 2022. Gli altri "incoscienti" aggregati da Negri per fondare il Gip, Gruppo investimenti portuali che chiese e ottenne la concessione del terminal di Calata Sanità, erano le famiglie Schenone, Magillo e Cerruti, tutti agenti marittimi scesi in campo per la prima volta come terminalisti. Il Consorzio autonomo del porto aveva già pubblicato un bando, andato deserto. "Ma io avevo necessità di un terminal per salvare l'attività -racconta Negri -. Dal Nord Europa spingevano perché si saltasse il porto di Genova, ritenuto inaffidabile, alla Spezia non c'era posto per me. Mi sono detto: noi controlliamo tutto, il carico, la parte terrestre e la parte marittima, l'unica cosa che non controlliamo è questo pezzetto fra mare e terra che ci sta creando un sacco di problemi". Da lì è iniziata l'avventura del Sech, passata attraverso cambiamenti azionari, come l'uscita nel 2017 dei soci storici - ad eccezione di Giulio Schenone, rimasto una presenza costante fino a oggi - e l'ingresso dei fondi Infravia e Infracapital in Gip, e hanno portato nel 2020 alla fusione Psa- Sech. (ANSA).

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