(ANSA) - ANCONA, 17 DIC - "Dopo un anno così complicato è
necessario che per il 2021 non si attui il fermo biologico della
pesca e si consenta soprattutto ai pescatori, ma anche a noi
commercianti, di recuperare quanto abbiamo perso in termini
economici". A chiederlo è Lorenzo Marinangeli, presidente del
Coci, il Comitato commercianti ittici di San Benedetto del
Tronto (AP). L'ANSA l'ha incontrato all'interno del mercato
ittico cittadino, quando la tradizionale asta notturna del pesce
è terminata da appena un paio di ore e ha portato alla vendita
di oltre 85 quintali tra calamari, seppie e tantissime altre
specie.
Marinangeli, oltre a guidare il Coci è anche uno dei
principali grossisti sambenedettesi che commerciano pesce in
tutta Italia e in Europa: "Il Covid - racconta - ci ha messo in
seria difficoltà soprattutto nella prima ondata di marzo e
aprile, quando i pescatori non sono più scesi in mare per circa
un mese, sia perché il prezzo del pesce era crollato, sia per
paura dei contagi". "Adesso - spiega - le cose stanno andando
meglio, abbiamo richiesta e quindi non possiamo lamentarci, ma
questo non toglie che le difficoltà ci sono e sono destinate a
perdurare, se non altro per la chiusura dei ristoranti".
Ma il nodo principale da sciogliere resta il fermo pesca e
questo viene sottolineato anche dal sindaco di San Benedetto del
Tronto, Pasqualino Piunti: "Sono anni - dice - che ci stiamo
battendo quantomeno per spostare il fermo pesca ad un altro
periodo rispetto ad agosto e settembre". "In questo periodo -
spiega il sindaco - la città è nel clou della stagione estiva e
i tanti turisti che arrivano qui alla fine vengono privati, ad
esempio, di quelle specie necessarie per preparare il famoso
brodetto alla sambenedettese che è un'eccellenza del nostro
territorio. A questo ovviamente si aggiunge il danno economico
che subisce tutta la filiera".
Una filiera della pesca che nel tempo ha avuto un graduale
impoverimento: "Oggi - sottolinea Marinangeli - sono una
sessantina le barche che escono in mare tra grandi e piccole, in
passato si è arrivati anche a un centinaio e la quantità di
pescato non è più quella di una volta. I motivi - conclude -
sono diversi, a cominciare dal cambio generazionale che non è
stato all'altezza dei padri, ma anche dall'impoverimento dei
fondali a causa della poca attenzione per l'ambiente marino".
(ANSA).