Ariston Thermo resiste
al covid e chiude il 2020 con un risultato netto di 97 milioni
di euro, in miglioramento del 9% rispetto al 2019. Cresce anche
l'ebitda adjusted a 244 milioni (+8,6% sul 2019). I ricavi hanno
sofferto una lieve contrazione (-2,7% a 1,66 miliardi), in un
contesto globale di recessione nel quale la maggior parte dei
mercati chiave dell'azienda (ad esempio Italia, Francia,
Germania, Spagna, Svizzera, Polonia, Romania, Olanda, Russia,
USA, Messico, India, Sud Africa) ha sofferto di una severa
contrazione del Pil. In un anno così complesso il gruppo
fabrianese, leader internazionale nel mercato del comfort
termico per ambienti domestici e commerciali, l ha mantenuto il
proprio focus di lungo termine, confermando nel 2020 le proprie
direttrici di investimento. A questo proposito, Ariston Thermo
ha incrementato del 29% gli investimenti in ricerca e sviluppo
(R&S) dedicati a soluzioni rinnovabili, Gli investimenti in
piattaforme e iniziative digitali e ICT sono aumentati invece
del 23%. Confermato poi il focus sulle tecnologie altamente
efficienti nelle soluzioni per il riscaldamento di ambienti e
acqua calda sanitaria, tra l'altro rafforzando i propri centri
di R&S in Italia, Messico e Cina. "Nel 2017 ci siamo dati un
obiettivo ambizioso: volevamo che al 2022, l'80% del nostro
fatturato fosse rappresentato da prodotti altamente efficienti o
rinnovabili, e contestualmente che l'80% del nostro fatturato
fosse generato da prodotti con meno di 5 anni di vita. Posso
dire con orgoglio che stiamo raggiungendo entrambi questi
risultati", sottolinea in una nota Paolo Merloni, presidente
esecutivo di Ariston Thermo.
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