Rimodulare gli orari di lavoro,
privilegiando le fasce orarie meno calde (dalle 6 alle 12),
fornire ai lavoratori acqua e integratori di sali minerali, la
possibilità di pause e ristori in aree ombreggiate ma anche
ricorrere alla cassa integrazione che può essere concessa oltre
i 35 gradi di temperatura. Sono le richieste dei sindacati di
categoria edile, industrie affini e legno, Fillea Cgil, Filca
Cisl e Feneal Uil, alle imprese, per "garantire la sicurezza dei
lavoratori" con l'ondata di calore in atto e un susseguirsi di
giornate da bollino rosso ad Ancona.
A Jesi nei giorni scorsi un lavoratore di 75 anni è morto
dopo un malore nel cantiere dell'hub Amazon. Ma oltre alla
salute è a rischio anche la dignità dei lavoratori, è stato
detto in un incontro stampa. Nelle Marche con la ricostruzione
post sisma e il superbonus 110% il numero dei lavoratori del
settore costruzioni è aumentato in modo esponenziale, tanto da
contare attualmente "tra i 23mila e i 25mila addetti" (dato
ricavato dalle casse edili bilaterali) hanno spiegato i
segretari generali Daria Raffaeli (Fillea Cgil), Luca Tassi
(Filca Cisl) e Christian Fioretti (Feneal Uil).
"Alle aziende in concreto chiediamo di creare le condizioni
che permettano di lavorare in sicurezza - ha sottolineato
Raffaeli -. Stiamo facendo una campagna di sensibilizzazione sui
rischi per la salute e la sicurezza nei cantieri con il caldo".
Cantieri dove "in questi giorni tutti i lavoratori stanno
sperimentando il rischio calura" secondo Tassi, rischio che "non
è più sporadico ma legato al cambiamento climatico". E per
Fioretti, il rischio sul lavoro legato al caldo non può essere
lasciato "alla contrattazione aziendale ma va regolamentato con
un intervento normativo". Senza dimenticare. hanno concluso, che
"nel settore delle costruzioni ci sono un cronoprogramma e delle
tempistiche dei lavori da rispettare" con il rischio di lavorare
"senza sosta".
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