Quote specifiche di riserva di
alloggi 'popolari' per famiglie monoparentali, nuclei familiari
con componenti under 35, appartenenti alle forze dell'ordine, al
Corpo dei vigili del Fuoco, a soggetti vittime di violenza
domestica. Le prevedono la legge approvata dal Consiglio
regionale Marche che modifica il sistema delle politiche
abitative. Il via libera a maggioranza dell'Assemblea (19 voti a
favore; 9 contrari, Pd e M5s) è arrivato dopo oltre cinque ore
di acceso dibattito in aula, in prosecuzione di altre ore di
confronto nella precedente seduta della scorsa settimana.
In particolare le modifiche varate con il testo approvato
(frutto della sintesi di due proposte di legge abbinate, una
della Lega e l'altra del Gruppo FdI) riguardano i criteri di
assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica
agevolata e sovvenzionata, che aggiornano la legge del 2005.
Cambiamenti alle cause di decadenza delle assegnazioni, in
particolare per soggetti condannati per reati specifici (ad es.
la condanna in primo grado per violenza domestica).
Oltre ai due relatori, il presidente della 3/a commissione
gestione territorio e ambiente Andrea Maria Antonini (Lega;
maggioranza) e Anna Casini (Pd; minoranza) sono intervenuti
rappresentanti di tutti i Gruppi. Secondo la Lega la legge
"porta nuova speranza e fiducia nelle istituzioni perché non
assegna solo case, restituisce e rafforza certezze", "tutela del
diritto e della legalità vanno di pari passo" e non opera
discriminazioni. Fdi parla di: "Rispetto della legalità e
salvaguardia delle giovani coppie, dei diversamente abili, delle
famiglie monoparentali, modifiche fondamentali". Di avviso
opposto il Pd: una "legge pensata sulla base di un 'nemico', il
diverso, lo straniero" e con le categorie crea in sostanza
"discriminazioni". Passa l'idea della consigliera Pd Micaela
Vitri (respinto l'emendamento ma misura 'recepita' in un
emendamento di Antonini) di estendere la riserva alle vittime di
violenza domestica.
Per i cittadini extracomunitari con residenza fiscale fuori
dall'Italia, obbligo di presentare lo stato reddituale e
patrimoniale nello stato d'origine certificato o attestato dalla
competente Autorità (no autocertificazione).
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