"Attivare una banca dati
nazionale su produzione e vendita dei vini biologici non è solo
un'idea condivisibile ma anche una scelta strategica per far
crescere una pratica a forte valore aggiunto che va nella
direzione auspicata dalla Regione Marche". Lo afferma
l'assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Mirco Carloni,
in risposta alla proposta del direttore dell'Istituto
marchigiano di tutela vini (Imt) e rappresentante dei consorzi
italiani al Comitato vini presso il Mipaaf, Alberto Mazzoni.
"Sottoporrò l'istanza al ministero delle Politiche agricole, -
aggiunge - certo che il ministro Stefano Patuanelli e il
sottosegretario con delega al vino, Gian Marco Centinaio, ne
comprenderanno il valore strategico".
Secondo Mazzoni, i consorzi italiani del settore lamentano
infatti la mancanza di informazioni relative al percorso
produttivo e a quello delle vendite dei vini certificati
biologici. Da qui la richiesta di istituire una banca dati
relativa a un fenomeno che vede i produttori marchigiani tra i
principali player italiani. "La scorsa settimana - ricorda
Carloni - abbiamo siglato il Patto per il Distretto biologico
unico della regione e il vino dovrà certamente essere un
protagonista nella partita che giocheremo in favore
dell'agroalimentare marchigiano ma anche dei consumatori,
dell'ambiente e del turismo del territorio".
"Le Marche - conclude - vogliono essere identificate come
l'avamposto italiano del biologico e i suoi vini (la superficie
regionale green vanta un'incidenza doppia rispetto alla media
del vigneto-Italia) hanno bisogno di strumenti strategici per
continuare a crescere e ad assecondare un mercato in forte
espansione".
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