(ANSA) - ANCONA, 11 GEN - Situazione occupazionale nelle
Marche a un bivio, secondo la Cgil Marche. Nei primi 9 mesi del
2020 si sono registrate 109 mila assunzioni, -54 mila rispetto
all'anno precedente (-33,2%). A farne le spese soprattutto i
lavoratori precari con contratti a termine, in somministrazione
e apprendistato. Sono diminuite anche le cessazioni, in misura
minore grazie soprattutto al blocco dei licenziamenti, ma il
saldo tra assunzioni e cessazioni resta negativo(-13 mila
rapporti di lavoro) ,in particolare per contratti a tempo
indeterminato. Nel 2020 sono state autorizzate quasi 100 milioni
di ore di cassa integrazione (il lavoro di 60mila addetti a
tempo pieno).
"Siamo a un bivio - afferma la segretaria generale Cgil
Marche, Daniela Barbaresi - o si costruiscono le condizioni
perché il 2021 sia l'anno della ripartenza o le Marche saranno
destinate a un declino irreversibile, schiacciate nella morsa
tra le regioni del Nord che, pur subendo i pesanti effetti della
pandemia, rappresentano la locomotiva del Paese, e quelle del
Sud che beneficiano di specifiche misure di sostegno, a partire
dalla fiscalità di vantaggio". Sul confronto Regione-Governo sul
Next Generation Ue: "in assenza di una strategia chiara e
definita da parte della Regione, nel 2021 le conseguenze per
l'occupazione e per le prospettive di sviluppo potrebbero essere
davvero pesanti e irreversibili".
"Il prezzo pagato dal lavoro è già stato enorme, - osserva
Barbaresi- con oltre 35 mila occupati in meno in un anno,
soprattutto donne (-25 mila) e giovani, e altrettanti che
rischieranno di perdere il lavoro quando cesserà il blocco dei
licenziamenti, se non prorogato, e con il sistema di
ammortizzatori sociali insufficienti e inadeguati, con rischio
per la tenuta sociale del Paese, in particolare, delle Marche".
Barbaresi ha chiesto alla Regione di "aprire una discussione per
essere pronti a fronteggiare il probabile aumento dei
disoccupati", creare lavoro di qualità per agganciare il prima
possibile la ripresa. I principali indicatori per le Marche
risultano in picchiata e sono peggiori della media nazionale:
Pil -10,6%, investimenti -16,1%, spesa delle famiglie -12,3%,
esportazioni al netto di farmaceutica e nautica -16,6%. (ANSA).