È stata approvata in Consiglio
Regionale della Lombardia, con 53 voti positivi, una norma che
modifica le procedure di formazione e di approvazione delle
leggi di iniziativa popolare. I maggiori punti di forza di
questo lavoro di revisione complessiva contenuti nel nuovo
progetto di legge, illustrati in Aula dalla presidente della
Commissione Affari Istituzionali, Alessandra Cappellari (Lega)
sono il maggiore sostegno tecnico ai cittadini che desiderano
attivarsi nella produzione normativa regionale, tramite il
supporto degli uffici legislativi regionali, Il superamento
delle prassi di inemendabilità, causa principale delle mancate
calendarizzazioni dei pdl di iniziativa popolare, un maggiore
coinvolgimento del comitato promotore nel lavoro della
commissione e una sorta di 'ultima parola' del comitato
promotore prima della discussione del consiglio del pdl
popolare.
"Noi oggi abbiamo discusso una legge importante, che prova
innanzitutto a risolvere la manifesta incapacità della legge del
1970 di portare all'attenzione degli organi deliberativi le
proposte di legge di iniziativa dei cittadini lombardi" ha
dichiarato Michele Usuelli, consigliere regionale di Più Europa
Radicali e secondo firmatario della legge, dopo il leghista
Alessandro Corbetta. Proprio Corbetta (Lega) ha detto che con
queste nuove norme "Regione Lombardia invita i cittadini a
partecipare alla formazione delle proprie leggi". Il Consigliere
Segretario dell'Ufficio di Presidenza Dario Violi (M5s) ha
invece parlato di "passo in avanti", ma ha specificato che "si
sarebbe potuto fare di più". Voto favorevole pure dal PD.
"Andiamo - ha confermato il consigliere Jacopo Scandella -
nella giusta direzione. E' un primo passo, ma dobbiamo
continuare a lavorare in questa direzione, perché gli strumenti
per allargare la partecipazione dei cittadini sono tanti". Va
nella stessa direzione la risoluzione approvata oggi
all'unanimità per dell'introduzione della modalità elettronica
per la raccolta firme. Via libera all'unanimità anche al Piano
Cave per la provincia di Mantova, che individua i giacimenti
sfruttabili, gli ambiti estrattivi, compresi quelli in aree
protette, identifica i bacini territoriali di produzione e la
riserva di materiali inerti da sfruttare esclusivamente per
occorrenze di opere pubbliche.
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