"La mia prima colpa è di aver
vissuto in Russia e di aver lavorato e costruito per gli
oligarchi". Così l'imprenditore di origini trevigiane Lanfranco
Cirillo, meglio conosciuto come 'l'architetto di Putin', ha
parlato al Corriere della Sera della vicenda giudiziaria che lo
vede coinvolto, dopo il maxi sequestro preventivo da 141 milioni
di euro disposto dal gip di Brescia su richiesta della procura.
L'uomo, che ha realizzato tra le altre cose anche il progetto
del Palazzo d'Inverno di Putin sul Mar Nero, è indagato per
reati come dichiarazione infedele dei redditi, riciclaggio e
autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori,
contrabbando e violazione del codice di tutela dei beni
culturali. Ma lui parla di "accanimento e persecuzione, perché
mi hanno portato via tutto. Altra colpa è aver portato il frutto
del mio lavoro in Italia, ma secondo questa logica ogni
emigrante con famiglia in Italia può essere privato dei suoi
beni e trattato come Totò Riina".
Cirillo ha spiegato di essere cittadino russo "per decreto
presidenziale del 2014, sono residente dal 2003, sono iscritto
all'albo degli architetti russi e sono stato nel consiglio degli
architetti di Mosca, ho lavorato con gli uomini più importanti
della Russia, per i presidenti delle più importanti società
dell'oil and gas russo: Gazprom, Lukoil, Novatek",
"Ho lavorato lì tutta la vita e non ho mai guadagnato un
soldo in Italia! - ha concluso - Io non ho mai rubato o
imbrogliato... e ho sempre pensato che sarei sempre stato
accolto a braccia aperte dalla mia terra d'origine. E
invece...".
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