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Cellula terroristica pakistana, due rinviati a giudizio

Cellula terroristica pakistana, due rinviati a giudizio

Il processo in Corte d'assise si terrà a settembre

GENOVA, 02 giugno 2023, 15:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sono stati rinviati a giudizio i due pakistani arrestati lo scorso anno e ritenuti una cellula terroristica, insieme ad altri, collegata al 'Gruppo Gabar'. Il gruppo sarebbe a sua volta legato a Zaheer Hassan Mahmoud, il 27enne che a settembre del 2020 attaccò la ex sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, ferendo a colpi di mannaia due persone. Il processo a carico di Alì Moksine, ancora latitante, e del capo della cellula Yaseen Tahir, 24 anni, inizierà a settembre davanti alla Corte d'assise.
    A metà maggio avevano chiesto il processo con rito abbreviato altri otto pakistani. La prima udienza è prevista a metà luglio mentre la sentenza potrebbe arrivare a settembre. Secondo quanto ricostruito dalla Digos, coordinata dal pm Monica Abbatecola, il gruppo aveva una delle basi principali a Genova, nel quartiere di San Benigno. Sono accusati di associazione terroristica internazionale.
    In manette finirono Tahir, 24 anni, fermato a Reggio Emilia e ritenuto il capo, Ahmad Waqas, 32 anni, fermato a Chiavari, Tasawar Iqbal, 29 anni, a Genova, Noman Akram, 23 anni, preso a Firenze, Nauman Alì, 23 anni, fermato a Treviso; Shoeb Aktar, 27 anni arrestato a Bari, Raan Nadem detto "il maestro", 33 anni, bloccato in Francia. A questi si sono aggiunti due personaggi ritenuti minori estradati nei mesi scorsi dalla Francia.
    Il gruppo si stava organizzando per trovare sede e armi. Il capo della cellula italiana, con lo status di rifugiato politico dal 2015, era stato arrestato in Francia nel febbraio 2022 perché trovato mentre girava per strada con un coltello. Dopo due mesi era tornato a Chiavari da dove poi era partito per l'Emilia Romagna.
    La Digos, guidata dal primo dirigente Riccardo Perisi, ha ricostruito la rete di rapporti e di contatti e ha scandagliato il web dove il gruppo pubblicava video sui social mostrandosi con machete, fucili e kalashnikov. Due mesi prima dell'attentato sotto l'ex sede di Charlie Hebdo, alcuni degli arrestati si erano fatti una foto sotto la torre Eiffel con l'attentatore.
   
   

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