"Il bando della diga di Genova
andato deserto - perché le aziende non hanno ritenuto idonee le
condizioni per partecipare - è un fallimento assoluto, politico
e amministrativo, che pagheranno le aziende del nostro
territorio. Nelle scorse settimane i segnali di allarme non sono
mancati, non solo legati al tema degli extra-costi, ma più in
generale alla struttura e all'impostazione progettuale
complessiva. E' sconcertante che si sia arrivati a questi
risultati perché l'amministrazione si è dimostrata incapace di
ascoltare chi aveva lanciato l'allarme (c'erano state anche le
dimissioni del Project management consulting, che prima di
dimettersi aveva detto che per la Diga servivano 2 miliardi e 15
anni di tempo e l'allarme lanciato da Ance e Federlogistica sui
costi sottostimati)", dichiarano i consiglieri del Gruppo del
Partito Democratico in Regione Liguria.
"Ieri Toti garantiva che ci sarebbero stati dei partecipanti
alla gara (affermazione singolare), oggi minimizza la questione
pretendendo di risolverla con qualche correzione nei costi. Una
superficialità che lascia attoniti di fronte al più grande
investimento per la Liguria. Se non si interviene in maniera
incisiva e puntuale la Liguria corre il rischio concretissimo
non solo di perdere un miliardo di euro del Pnrr, ma anche di
compromettere la credibilità del sistema regionale di riuscire a
portare avanti e realizzare opere fondamentali per il
territorio."
"L'irresponsabile sicurezza ostentata da Toti, Bucci e Signorini
su questo bando, che da tempo mostrava la sua debolezza, è la
dimostrazione di una mancanza di visione e consapevolezza dei
limiti del progetto".
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