"Il porto di Genova ha bisogno di
una pianificazione degli arrivi dei tir: non possono arrivare
tutti insieme. Bisogna stabilire la capacità di ricevimento di
ogni singolo terminal e far arrivare solo quel numero di camion,
mentre gli altri dovranno rallentare il loro arrivo, altrimenti
fanno la coda in autostrada e poi di nuovo nei terminal".
Gilberto Danesi, presidente di Psa Italia (cui fanno capo Psa
Genova Pra' e Psa Sech), rilancia la necessità di un piano
coordinato per tutto il porto, al di là dell'emergenza del
momento che fra la chiusura di un tratto di A10 e a causa di
lavori anche della stazione ferroviaria di Genova Marittima, al
servizio del porto nel bacino di Sampierdarena, ad agosto
rischierà di paralizzare i traffici. "Ci saranno grosse
difficoltà per questo, stiamo cercando di capire come faranno
per cercare di ovviare. E' chiaro che se si bloccano anche i
treni dopo le autostrade sarà un grosso problema: il contenitore
è come l'acqua, va dove trova minore resistenza quindi avremo
sicuramente dei danni" sottolinea Danesi. Il rischio, insomma, è
che i traffici di container prendano strade diverse da Genova.
"Stiamo interloquendo, sia tra terminalisti che con Adsp e le
autorità rischiamo di far perdere competitività a tutto il
sistema portuale" aggiunge Roberto Ferrari, ad di Psa Genova
Investment. Serve una pianificazione dei cantieri che non
penalizzi il porto sommandosi al caos provocato già in generale
dai cantieri autostradali e più in generale da anni si aspetta
una pianificazione dei flussi dei tir. Psa nei due terminal
punta a spostare più traffici su gomma, ma serve anche una
pianificazione per evitare le code dei tir. "Noi abbiamo
investito nell'automazione dei gate - dice Ferrari - ma
funzionerà se tutto il sistema parteciperà al progetto".
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