In Liguria le organizzazioni
mafiose stanno cercando di infiltrare l'imprenditoria specie nel
settore degli appalti pubblici per l'esecuzione di grandi opere
e in quello del ciclo dei rifiuti, oltre che nel comparto della
cantieristica navale. È il dato che emerge dalla relazione
semestrale della Direzione investigativa antimafia sulla
Liguria. Sul punto il questore di Genova, Vincenzo Ciarambino,
aveva sottolineato come risulti "di assoluto rilievo il settore
della cantieristica, legato soprattutto alle note problematiche
connesse alle infrastrutture autostradali, delle quali il crollo
del ponte Morandi ha rappresentato la massima, ma non unica,
espressione, soprattutto sotto il profilo della sua
ricostruzione, torta appetibile alle organizzazioni criminali".
Gli interessi mafiosi e la necessità di riciclare i proventi
illeciti "interessano anche altri settori, come la ristorazione,
le strutture alberghiere - si legge nel documento - e le società
di gioco e scommesse, più esposte rispetto al passato per la
stagnazione dell'economia ligure degli ultimi anni. Una
situazione resa più precaria dall'emergenza sanitaria connessa
con la diffusione del Covid che ha determinato un'improvvisa
battuta di arresto del sistema economico-produttivo.
Anche in Liguria, "il momento emergenziale potrebbe favorire
le mafie nell'avvicinarsi agli imprenditori in difficoltà nel
tentativo di subentrare mediante prestiti usurai nella gestione
delle attività e acquisirne il controllo".
La Dia ha monitorato le eventuali infiltrazioni negli appalti
pubblici. Sul piano della prevenzione sono proseguite anche le
complesse attività d'istituto connesse con le opere di
ricostruzione del viadotto del ponte Morandi.
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