Una piccola gemma, capolavoro vero:
al di là dei commenti dei fan, si chiede a gran voce la seconda
stagione di Strappare lungo i bordi, la serie d'animazione
scritta e diretta da ZeroCalcare su Netflix dal 17 novembre e ai
primi posti (ieri al top) della classifica della piattaforma.
Sei episodi in cui il personaggio ideato da Michele Rech (il
suo vero nome) lascia le tavole dei fumetti per animarsi in tv,
fedele comunque al suo ondeggiare nel quartiere romano di
Rebibbia, dove vive tra disagi, manie e considerazioni
demenziali ma non troppo.
Irriverente, demenziale e dal linguaggio scorretto, e sempre con
forte cadenza romanesca, la miniserie mostra tanti flashback e
aneddoti che spaziano dalla sua infanzia ai giorni nostri, dai
ricordi sugli anni della scuola alle lamentazioni esistenziali
nei confronti della propria incompiutezza. Zerocalcare racconta
compulsivamente se stesso, il suo mondo e suoi amici di sempre
come Sarah e Secco (e doppia pure loro). E poi, ovviamente
l'armadillo, la sua terribile coscienza, a cui da voce Valerio
Mastandrea.
"Io in fondo sono un fottuto tristone e cosi' ho costruito
intorno a meta' tanta autoironia. Ho scoperto che se banchetti
con te stesso gli altri la smetteranno di farlo con te", dice
l'artista. L'uso frequente delle parolacce? "È vero, dico una
parolaccia ogni tre parole, ma mi e' stata data libertà totale
in questo senso. Non ci sono pero' mai espressioni omofobe o
sessiste. Quando ne faccio uso, le metto in bocca a personaggi
negativi che voglio mettere in cattiva luce". Piu' che il
sociale, spiega ancora Michele Rech, "amo il concetto di tribu'
. Ho un forte senso di appartenenza in questo senso. Penso
ancora una volta ai centri sociali e alla scena punk, solo cosi'
alla fine sono sempre riuscito a trovare un certo equilibrio.
Piu' che nella politica - aggiunge - mi riconosco ancora nella
mia riserva indiana dei centri sociali, nella politica dal basso
piu' che in quella dei partiti". La sua piu' grande paura
avendo fatto un salto dentro Netflix? "Temevo su ogni cosa il
tradimento della mia identita' , ma in realta' non c'e' stato.
La paura piu' grande per me resta sempre quella di deludere".
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