"Sono un artista impegnato, impegnato
nel rispetto delle mie opere e del lavoro. Ma penso che questo
valga per qualsiasi artista e anche per i musei, che sono
impegnati nella loro missione di mostrare l'arte". Così Thomas
Hirschhorn, tra gli artisti più noti al mondo, presenta The
Purple Line, la lunga linea porpora ideata per presentare
Pixel-Collage, monumentale serie di 121 opere realizzate tra il
2015 e il 2017.
Dal 20 ottobre e fino al 6 marzo, al Maxxi ne sono esposte per
la prima volta insieme 118 (la n.86 resterà in collezione), in
arrivo da 21 prestigiose realtù private internazionali,
istituzioni e gallerie, in una grande personale a cura di Hou
Hanru e Luigia Lonardelli, che letteralmente si impone e
attraversa la Galleria 3 del museo disegnato da Zaha Hadid,
tagliandone gli spazi tra angoli e bruschi cambiamenti di
direzione.
"Un impatto travolgente. D'altronde - dice la presidente della
Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri - guardare in modo diverso
la realtà è anche un modo diversa per viverla".
"Ho sempre amato fare i collage. Amo mettere insieme cose che
non dovrebbero stare insieme", spiega l'artista svizzero, che al
Maxxi accosta immagini forti di corpi mutilati in zone di guerra
o violente istantanei di stragi e conflitti raccolte sul web a
fotografie pubblicitarie di moda provenienti da riviste
patinate. Al contrario di ciò che accade normalmente sui media,
le ultime sono pixellate, mentre le prime sono visibili in tutto
il loro orrore, senza filtri ne' censure.
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