"Io dico Io - I say I". E' con un
titolo che è già un manifesto, che la Galleria Nazionale d'arte
moderna e contemporanea riapre le sue porte con la mostra
liberamente "tratta" dall'opera della critica d'arte e teorica
femminista Carla Lonzi. Un'indagine sul presente, curata da
Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini, che, avanti e
indietro nel tempo e nelle generazioni, riunisce 50 artiste come
Carla Accardi, Pippa Bacca, Giosetta Fioroni, Ketty La Rocca,
Marias Merz, Lisetta Carmi, Silvia Giambrone, Carol Rama,
dall'1/3 al 23/5.
In programma esattamente un anno fa, la mostra è slittata causa
pandemia, racconta la direttrice della Galleria Cristiana Collu,
"riaggiornandosi e arricchendo il suo racconto di nuove
riflessioni", nell'indagine sul femminile contemporaneo del
museo.
Con il sostegno di Dior, "Io dico Io - I say I", nasce dunque
dalla "necessità di prendere la parola e parlare in prima
persona", senza inventare nuove parole, ma guardando a fondo
quella che abbiamo, "femminismo", e presentando modi differenti
e singolari di dare corpo a questa istanza. Per la prima volta
sono presentati al pubblico i materiali dell'Archivio Carla
Lonzi, consultabili online su Google Arts & Culture
(g.co/womenup), mentre il suo pensiero radicale dialoga con la
collezione e con tre nuove produzioni realizzate ad hoc da
Chiara Camoni, Alessandra Spranzi e Maria Morganti. Completano
il percorso, i video vincitori della open call Taci. Anzi,
parla, lanciata durante il lockdown.
"Un evento straordinario - commenta la Ministra per le Pari
Opportunità, Elena Bonetti - che da ulteriore valore al percorso
della Galleria Nazionale, anche di riqualificazione,
rinnovamento, di riaffermazione di una presenza del femminismo
nel nostro Paese, attraverso il percorso dell'arte come
movimento, pensiero e realtà".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA