(ANSA) - MILANO, 02 DIC - Il 10% di algoritmi, il 20% di
tecnologia e informatica, il 70% di attività industriale e
capitale umano. E' questa la ricetta per essere un'impresa
"bionica", come viene definita da Boston Consulting Group nel
suo ultimo studio, secondo cui, "le società capaci di combinare
al meglio tecnologia e abilità umane sono quasi due volte più
profittevoli delle concorrenti. E la crisi pandemica ha
trasformato questo vantaggio competitivo in un fattore di
sopravvivenza: il futuro passa dall'intelligenza artificiale"
Asiatica e tecnologica è l'identikit dell'impresa bionica che -
per Bcg - significa "digitalmente matura", ovvero, ottiene un
punteggio alto nell'Indice di Accelerazione Digitale (Digital
Acceleration Index) elaborato dalla società di consulenza. Per
quanto riguarda l'Europa, secondo il Dai, "ha compiuto
progressi, specie nelle telecomunicazioni, ma rimane in ritardo
nella digitalizzazione della pubblica amministrazione".
L'analisi di Bcg dimostra che negli ultimi tre anni le imprese
bioniche hanno aumentato il loro ebitda a un tasso 1,8 volte
superiore ai ritardatari e speso 1,5 volte di più in ricerca.
Circa la metà di queste società dedica oltre il 15% delle spese
operative al digitale, in particolare a tecnologie, dati e
sicurezza informatica, e assegna a tali ruoli una quota simile
di dipendenti formati. Sono così riuscite a trasformare
digitalmente almeno il 25% dei loro processi di produzione e a
tagliare del 5% i costi operativi, contro il 14% e l'1%
rispettivamente ottenuto dai ritardatari. Ci sono poi le
cosiddette "super-bioniche", le quali, dedicano all'intelligenza
artificiale oltre il 15% della forza-lavoro digitale e hanno
ottime chance di ottenere un risultato operativo superiore al
10% e di mantenerlo anche in caso di crisi profonde quale quella
pandemica. (ANSA).