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US Open; Thomas leader, Paratore fa meglio di Woods

L'azzurro è 33/o, Tiger solo 71/o. Due hole in one, è record

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 18 SET - Il flop inatteso di Tiger Woods, Dustin Johnson, Justin Rose e Phil Mickelson. Quindi la leadership di Justin Thomas, le hole in one di Patrick Reed e Will Zalatoirs. E l'inizio convincente di Renato Patatore, 33/o e molto meglio di tanti big mondiali.
    Questi i primi verdetti della 120esima edizione dello US Open. A Mamaroneck (New York) conferme e delusioni nel primo round del secondo Major 2020 di golf, in scena a porte chiuse causa emergenza sanitaria, e sospeso a poche battute dalla fine per via dell'arrivo dell'oscurità.
    Thomas con un parziale di 65 (-5) guida la classifica con un solo colpo di vantaggio sul belga Thomas Pieters e sui connazionali Matthew Wolff e Patrick Reed - tutti secondi con 66 (-4) -, protagonista quest'ultimo della terza hole in one (dopo quelle realizzate da Mark McCumber nel 1984 durante il primo round e da Peter Hedblom, terzo round nel 1986) nella storia dello US Open. Con "Captain America" che, alla settima buca (par 3), con un "ferro 9" e da 165 yard (circa 150 metri), ha fatto centro. "Sarebbe stato fantastico - le dichiarazioni di Reed - festeggiare questa impresa davanti ai tifosi che, qui a New York, sono incredibili. Sono entusiasta per questo inizio ma la strada è ancora lunga". Secondo ace tra i professionisti per Reed, col primo arrivato allo Houston Open (PGA Tour) nel 2016.
    Proprio come il connazionale Will Zalatoris, 22/o con 70 (par), che sempre alla buca 7 ha firmato la quarta hole in one di sempre allo US Open. Due quelle realizzate nelle prime 119 edizioni, altrettante quelle firmate - e dopo il primo giro - nella 120esima.
    Sul percorso del Winged Foot Golf Club (par 70), che per la sesta volta ospita la competizione, parte forte anche il nordirlandese Rory McIlory, 5/o (67, -3) al fianco dell'inglese Lee Westwood e del sudafricano Louis Oosthuizen. E dopo la manche inaugurale della rassegna sono 3 (Thomas, McIlroy e Reed) i giocatori nella Top 10 mondiale che occupano le prime cinque posizioni del torneo.
    Tra le star della gara non delude Jon Rahm. Lo spagnolo, numero 2 del world ranking, è 14/o (69, -1). Stesso score, tra gli altri, per Bryson DeChambeau, Tony Finau e Rickie Fowler.
    Negli Stati Uniti, al secondo Major della sua carriera (nel 2019 il debutto sempre allo US Open), prova di personalità da parte di Paratore. Unico azzurro in gara, il 23enne capitolino è 33/o (71, +1) dopo una prima manche caratterizzata da tre birdie e 4 bogey. Paratore batte fin qui il suo idolo di sempre, Woods, che non è riuscito ad andare oltre la 71/a piazza (73, +3). Stesso score per Johnson (leader mondiale), Jordan Spieth e Rose, altri totem della disciplina.
    "Non sono soddisfatto - le parole di Tiger - soprattutto per il brutto finale di gara. Ci sono tante cose da dover rivedere, nel secondo round dovrò dare il massimo".
    Gara sull'altalena per il californiano - che alla vigilia ha indicato il Winged Foot Golf Club come uno dei percorsi più difficili al mondo -, protagonista di 5 birdie, 6 bogey e un doppio bogey.
    Venti anni dopo la sua prima (di tre) vittoria "The Big Cat" è ora chiamato alla rimonta per evitare una clamorosa eliminazione al taglio. Si allontana, per Woods, la possibilità di calare il poker di successi nel torneo, record condiviso da Jack Nicklaus, Ben Hogan, Bobby Jones e Willie Anderson.
    Falsa partenza pure per Gary Woodland, campione uscente, 92/o con 74 (+4).
    Può già dire addio al sogno Grande Slam, almeno per quest'anno, Mickelson. Il mancino di San Diego è 142/o (79, +9), in penultima posizione. Avvio terribile per "Lefty", che ammette: "Ho giocato malissimo. Non so davvero cosa altro dire, è stata una giornata deludente". Per Mickelson si tratta del round d'apertura più alto dal 2017 (PGA Championship) in un Major.
    Conferme, delusioni e hole in one allo US Open. E il secondo round a New York diventa già decisivo. (ANSA).
   

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