"Siamo tutti contrari al razzismo, anche chi non si inginocchia". Firmato: gli azzurri. La rasoiata dritta nel sette arriva sotto forma di dichiarazione stampa affidata al responsabile della comunicazione Paolo Corbi. Nulla che possa offuscare il clima idilliaco fatto di sorrisi e goliardia che si è creato nello spogliatoio di Mancini, ma la presa di posizione di oggi degli azzurri suona perlomeno come il primo segnale in controtendenza rispetto alla luna di miele che accompagna la selezione azzurra. Una piccola increspatura in un cielo che resta azzurro. Non sono passati inosservati, evidentemente, in Casa Italia gli attacchi via social ricevuti dopo che domenica sera cinque degli undici in campo hanno ritenuto di doversi inginocchiare prima della partita col Galles aderendo all'iniziativa di solidarietà dei giocatori di tante nazionali a favore del movimento 'Black lives matter'. Ed è lecito pensare - anche se a Coverciano si negano risposte dirette a chiccesia - che agli azzurri non siano piaciute neanche le parole pronunciate ieri sera nel corso di una trasmissione televisiva dal segretario del Pd Enrico Letta: "Francamente - le parole del segretario Dem - l'ho trovata una scena pessima: si inginocchino tutti. Se si mettono d'accordo sugli schemi di gioco, si mettono d'accordo anche su quello". "A nome di tutta la squadra - la presa di posizione degli azzurri - ribadiamo che siamo contro ogni forma di razzismo, ci siamo confrontati e ovviamente vogliamo ribadire questa posizione. Aderire o meno ad una forma di protesta per quanto simbolica non vuol dire ignorare la lotta al razzismo". Una presa di posizione a difesa dell'unità dello spogliatoio e della libertà di scelta lasciata ai singoli calciatori di aderire o meno all'iniziativa. Secondo la linea indicata dal presidente federale Gabriele Gravina: "Noi non imponiamo nulla, lasceremo liberi i nostri ragazzi".