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Perisic agguanta Schick, ma Croazia non decolla

Ex Roma trasformato e capocannoniere, per Cechi ottavi vicini

Redazione ANSA ROMA

Un rigore del capocannoniere Patrick Schick e una prodezza di Ivan Perisic confezionano un pareggio nel girone D che fa comodo alla Repubblica Ceca che va a quattro punti mentre la Croazia prosegue nel suo torneo a fari spenti, che potrebbe comunque consegnargli la qualificazione in caso di successo sulla Scozia. Ma al di là dei calcoli, ancora un po' empirici, per la Croazia sono malinconicamente lontani i tempi della finale mondiale 2018: non ci sono più Mandzukic e Rakitic, manca un goleador di ruolo e la squadra è meno fluida e probabilmente a fine ciclo. invano illuminata dalla classe senza tempo del Pallone d'Oro Luka Modric. In crescita invece la Repubblica Ceca, molto più concreta e competitiva rispetto a quella travolta dall'Italia due settimane fa. Jankto svolge un buon lavoro a centrocampo, aiutato da Darida e Soucek. Ma la squadra gioca tutta per il suo rinfrancato goleador. L'Europeo regala infatti la metamorfosi di Patrick Schick che, dopo la doppietta nell'esordio con la Scozia, ha acquisito una maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Anche il suo sguardo, dopo il rigore trasformato e col tampone sanguinante nel naso per la gomitata di Lovren, è agli antipodi con quello timido e assente di quando giocava nella Roma. La delusione italiana, dopo il lancio promettente nella Samp e la bocciatura della Juve, lo ha forgiato. Nei due anni di Bundesliga è maturato e ora sembra un guerriero a caccia di prede. Lotta con i rudi difensori croati, si giova di essere l'unico riferimento della squadra, e continua ad essere decisivo. Il rigore conquistato e segnato lo porta in testa alla classifica goleador della manifestazione. Gli esiti della prima giornata condizionano la seconda. La vittoria con gli scozzesi dà sicurezza e tranquillità alla Repubblica Ceca, il ko con gli inglesi, pur in una gara in cui non aveva demeritato, innervosisce la Croazia. Il ct Dalic boccia Brozovic, insiste con Rebic che però è in una di quelle giornate abuliche e anomale in cui sbaglia anche le cose più facile. Modric disegna calcio con la consueta maestria, ma predica nel deserto. Solo Perisic è in grado di incidere sulla sinistra. I cechi invece sono più propositivi ma anche cauti, i croati non riescono a rendersi pericolosi. L'episodio che spezza la gara è al 33': cross e mucchio selvaggio, Lovren fa sanguinare Schick con una gomitata in faccia. L' attaccante trasforma il rigore con classe mentre Rebic si divora l'occasione del pari al 39' con un tiro sbilenco. Dalic lo sostituisce con Petkovic, ma già in avvio di ripresa i croati riequilibrano il match. Tipica azione in contropiede di Perisic che sulla sinistra fa secco Coupal, tira una bordata diagonale che supera l'incerto Vacluk, ma è soprattutto una prodezza dell'interista. Ci si aspetta un cambio di passo dei croati, ma non sono in grado di farlo. Al 7' Soucek tira da lontano in maniera pericolosa, poi al 26' una conclusione di Vlasic va di poco alto. Forcing un po' disordinato dei croati, al 44' una conclusione di Petkovic viene deviata in angolo, ma i cechi resistono senza dannarsi l'anima e si sentono vicini alla qualificazione, anche se il loro sogno è il Qatar. Dai mondiali infatti mancano da 16 anni

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