"Nonostante abbiamo ottenuto alcuni correttivi a tutela di cittadini e imprese, come flessibilità e deroghe per esentare i proprietari in difficoltà economiche e gli edifici storici, l'eliminazione di fatto delle sanzioni o una riduzione del campo di applicazione della direttiva, non ci sono ancora le condizioni per votare a favore del testo in Commissione Industria. Al netto del malcostume metodologico dell'esecutivo di Bruxelles, che prima fissa i target e poi ne valuta l'impatto, quando invece dovrebbe avvenire il contrario, un modo di procedere sbagliato che da sempre ci vede diffidenti, l'approccio alla direttiva da parte della delegazione italiana Ppe in Europarlamento è di critica costruttiva, con un giudizio al momento non favorevole per i numerosi nodi irrisolti, a cominciare dagli obiettivi temporali, che vanno rimodulati per renderli sostenibili a Paesi come l'Italia", prosegue la nota.
"Il compromesso è peggiorativo rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea, e auspichiamo venga migliorato nei negoziati che impegneranno le istituzioni Ue nelle prossime settimane", conclude Salini.
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