"La Commissione ritiene che vi sia rispetto del pluralismo e delle diverse identità se si negano le parole che ricordano l'identità di uno dei patrimoni religiosi che ha fondato, con altri, il bagaglio culturale e ideale dell'Europa?", è una delle prime domande presentate a Palazzo Berlaymont. "Non ritiene, invece, che la necessaria neutralità delle Istituzioni si realizzi attraverso la tutela del riconoscimento e della libertà di espressione anche religiosa, vera garanzia del pluralismo?", prosegue l'eurodeputata.
"A proposito di identità, quale sarebbe la discriminazione nell'uso della parola 'europeans' ? Poiché la cancellazione delle parole discrimina rispetto ad una fede diffusa in Europa, non si arriva con queste linee al risultato opposto a quello dichiarato, cioè l'esclusione anziché l'inclusione?", aggiunge Toia.
"La Commissione non ritiene che sia più confacente all'ideale europeo dell'unità nella diversità riconoscere pienamente, tra le altre, l'identità del patrimonio cristiano che non è solo dei credenti ma è patrimonio di conoscenza universale dei popoli europei?", conclude l'eurodeputata.
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