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Recovery: Ue, in piani riforme 2019-20 e modernizzazione

Da p.a. digitale a tecnologie pulite e trasporti intelligenti

Redazione ANSA

BRUXELLES - Al massimo entro il 30 aprile 2021 i governi dovranno presentare piani di rilancio che contengano le riforme indicate nelle raccomandazioni Ue del 2019 e 2020, e progetti su tecnologie pulite e fonti rinnovabili, efficienza energetica degli edifici, estensione dei trasporti pubblici, banda larga, fibra e 5G, digitalizzazione della p.a., rafforzamento delle competenze digitali per tutte le età: lo scrive la Commissione Ue nelle linee guida all'utilizzo del Recovery fund, sottolineando come i piani debbano "aumentare il potenziale economico, creare occupazione e rafforzare la resilienza". La guida "vuole aiutare gli Stati a preparare piani nazionali di alta qualità in linea con gli obiettivi comuni. Non solo perché i fondi possano arrivare il prima possibile, ma anche perché siano la spinta ad una vera trasformazione", ha detto il commissario all'Economia Paolo Gentiloni. 

Nelle linee guida la Commissione illustra i criteri "trasparenti" con cui valuterà i piani di rilancio. In particolare "considererà se gli investimenti e le riforme contribuiscano in modo efficace ad affrontare le sfide identificate nelle raccomandazioni specifiche per Paese, se contengono misure che aiutino la transizione verde e digitale, e se contribuiscano a rafforzare il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza sociale ed economica". I fondi del Recovery "sono coerenti con un ampio concetto di investimento in formazione di capitale, ovvero capitale fisso, come infrastrutture, palazzi, ma anche ricerca e sviluppo quindi brevetti o software. Capitale umano, cioè spesa sulla salute, protezione sociale, istruzione, formazione. E capitale naturale, cioè aumento delle fonti di energia rinnovabili, protezione ambientale o adattamento al cambiamento climatico". Le riforme devono prevedere quelle azioni che hanno un "miglioramento duraturo al funzionamento dei mercati, delle strutture istituzionali, amministrazioni pubbliche", prosegue Bruxelles.

La valutazione della Commissione dovrà essere approvata dal Consiglio con una decisione 'ad hoc'. Dato il legame molto stretto tra Recovery plan e raccomandazioni Ue degli anni scorsi, la Commissione non presenterà nuove raccomandazioni a maggio del 2021 per quei Paesi che avranno presentato i loro piani. "I progressi sulle riforme e gli investimenti saranno misurati attraverso target", fissati dagli Stati stessi in accordo con la Commissione, e "dovranno essere realistici, chiari, ben definiti, verificabili, e direttamente determinati i o influenzati da politiche pubbliche. Sulla base del completamento dei target indicati dal piano, gli Stati presenteranno una richiesta alla Commissione per l'esborso di sostegno finanziario", spiega la comunicazione Ue. La Commissione quindi preparerà una valutazione che sottoporrà agli sherpa dell'Ecofin. In circostanze eccezionali, se uno Stato considera che ci sono deviazioni serie dal piano, può richiedere l'intervento del Consiglio europeo e la Commissione può bloccare l'esborso. 

 

 

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