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Crescono finanziamenti Bei, ma i fondi Ue restano a rischio

Nardella, l'esempio dalle città metropolitane italiane

Redazione ANSA

BRUXELLES - È in arrivo più sostegno ai progetti delle regioni europee in transizione e meno sviluppate: lo ha detto la vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (Bei), Lilyana Pavlova, ricordando gli impegni presi dalla Bei in fatto di politica di coesione durante un dibattito ad alto livello con la commissaria Ue responsabile, Elisa Ferreira, alla plenaria del Comitato delle Regioni.

Nell'ottobre scorso, la Bei aveva deciso di aumentare la quota di finanziamenti riservati alle regioni interessate alla politica di coesione passando, entro il 2025, dal 30% attuale al 45%. Inoltre, sempre entro il 2025, il 23% di tutti i finanziamenti della Bei concessi nell'Ue sarà dedicato alle regioni meno sviluppate.

È la prima volta che viene "fissato un obiettivo separato e ambizioso" come questo, ha osservato Pavlova. Infine, "la Bei si è impegnata ad aumentare il sostegno generale all'innovazione e allo sviluppo del settore privato nelle regioni di coesione e a finanziare in particolare quei progetti che conseguono contemporaneamente gli obiettivi in materia di clima e di coesione", ha aggiunto la vicepresidente della Banca.

Ma Ferreira lancia un monito: per i Paesi Ue "saranno necessari sforzi straordinari nel 2022 e nel 2023 per investire il restante 38% dei programmi" della politica di coesione previsti nel periodo di programmazione 2014-2020 "ed evitare il disimpegno" dei fondi, vale a dire la loro perdita.

Fin qui, sono stati impiegati il 62% dei fondi Ue previsti nel settennato di programmazione terminato nel 2020 e i governi hanno tempo fino al 2023 per investire tutte le risorse ancora a disposizione. "L'attuazione dei programmi 2014 sta procedendo bene date le circostanze senza precedenti che abbiamo dovuto affrontare", tuttavia "c'è un disperato bisogno degli investimenti per la coesione e dobbiamo evitare qualsiasi perdita", ha rimarcato Ferreira, sottolineando che "sarà una sfida particolare realizzare questi investimenti contemporaneamente agli investimenti per la ripresa e la resilienza e la preparazione di nuovi programmi di coesione".

La spesa entro il 2023 dei fondi Ue previsti nel periodo di programmazione 2014-2020 rappresenta "una sfida per un futuro migliore: la politica di coesione è e rimarrà il nostro principale strumento d'investimento, i fondi di coesione sono stati al centro della nostra strategia di ripresa e continueranno ad esserlo a livello locale". Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella (Pse), al suo debutto come membro del Comitato.

"Confidiamo nel fatto che un approccio forte a una governance multi-livello ci porti a una buona attuazione" dei progetti finanziati dai fondi europei, ha sottolineato Nardella, portando anche l'esempio virtuoso del programma Pon Metro Plus da circa 3 miliardi di euro che nei prossimi anni andranno alle città metropolitane italiane.

 

 

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