Numeri positivi, ma anche tanti
dubbi per il futuro, nel comparto del vino in Italia. La lenta
uscita dalla pandemia, infatti, ha visto le esportazioni
crescere in maniera significativa in tutto il mondo, ma con un
aumento dei costi di logistica e materie prime che pesano
fortemente sul settore. Inoltre le incognite legate alla
recrudescenza del Covid rischiano di pesare sul Natale anche se
dati alla mano nel nostro Paese i consumi fuori casa sono
ripartiti (+156% del secondo semestre 2021 sul primo).
Secondo l'Osservatorio Economico di Federvini, in
collaborazione con Nomisma e Trade Lab, crescono le esportazioni
nel 2021, con aumenti che vanno dal 6,1% in UK fino al 47,2% in
Cina, passando per il 9,4% in Germania e il 14,7% negli Stati
Uniti e il 27% in Russia rispetto al 2020. Numeri positivi anche
in confronto ai diretti concorrenti, con la crescita delle
esportazioni negli Usa rispetto al livello pre-pandemico che si
attestano sul 14,4%, rispetto al 6,8% dei vini spagnoli e il
4,7% dei vini francesi. A trainare l'export sono le imprese con
oltre 50 milioni di fatturato che coprono il 54% del mercato
internazionale del vino italiano.
"Non possiamo ancora valutare gli effetti che potranno avere
possibili nuove chiusure nelle prossime settimane, anche se
guardiamo con timore al periodo natalizio dovesse esserci una
nuova stretta sulla socialità. Attendiamo le decisioni del
governo per quel che riguarda il periodo natalizio", sottolinea
il presidente di Federvini Micaela Pallini.
Dallo studio condotto da Trade Lab emerge come nel 2021 il
consumo di cibi e bevande registrerà un fatturato di 66 miliardi
di euro, in crescita del 22% rispetto al 2020 che aveva chiuso
con 54 miliardi, ma ancora inferiore di 19 miliardi rispetto al
2019.
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