di Redazione ANSA

In Calabria si ‘reinventa’ la cura della salute grazie ai fondi Ue

A due passi dall'università di Catanzaro, Biotecnomed, società consortile composta da enti pubblici di ricerca e da piccole, medie e grandi imprese, è il soggetto gestore del ‘Polo di innovazione tecnologie della salute’ in Calabria. Nata per mettere a disposizione del territorio strumenti, idee e risorse capaci di favorire la cultura dell'innovazione e creare nuove opportunità di business e di crescita collaborativa per aziende, università e centri di ricerca regionali, il polo calabrese opera in un campo ad alta specializzazione e a forte impatto sociale come quello della salute dell'uomo.

Tutto inizia grazie ai fondi europei

Ingegnere biotecnomed al lavoro

Fondamentali per la nascita di Biotecnomed sono i fondi comunitari. Nel 2011, infatti, incubato nell'Università Magna Graecia di Catanzaro (uno dei soci pubblici della società, insieme all'Unical), nasce il polo Biotecnomed, con circa sei milioni di euro di finanziamento dell'Unione Europea e altri fondi provenienti da investitori privati. A questo si aggiungono il riconoscimento di Distretto ad alta tecnologia salute dell’uomo e biotecnologie, finanziato dal Programma operativo nazionale (Pon) ‘Ricerca e Competitività’ del Miur e la membership, come rappresentante territoriale, del cluster nazionale scienza della vita ‘Alisei’, che riunisce tutti i gruppi regionali con interessi nella biomedicina. Il network a stella Biotecnomed, dunque, fornisce il proprio know-how per rispondere al bisogno di innovazione delle aziende nell'ambito della salute.
“L'università – ha spiegato il professore Giovanni Cuda, presidente di Biotecnomed – è un centro che ha per obiettivo principale la formazione dei propri studenti, quindi le sue due principali missioni sono la didattica e la ricerca. La terza missione, che noi portiamo avanti a Biotecnomed, è quella del trasferimento tecnologico, cioè la trasformazione della ricerca che avviene all'interno dell'università in un prodotto che poi possa avere un mercato”.


Il settore Ricerca e sviluppo: da idee a prototipi

Ingegneri Biotecnomed

I vertici hanno trasformato fin da subito Biotecnomed in piccola e media impresa, sentendo la necessità di rendersi fisicamente indipendenti dall'Università, dove risiede solo la sede legale della società. Nel 2015 acquistano uffici e laboratori di ricerca e sviluppo nei quali vengono realizzate tutte le commesse e dove le idee degli stessi ingegneri, biomeccanici, biomedici e informatici, assunti dalla società, ma anche dei ricercatori, prendono forma. “I ragazzi – ha sottolineato Simona Lombardi, direttore generale Biotecnomed – sono un bacino di idee vulcaniche non di poco conto ed hanno i laboratori a loro disposizione per fare ciò che serve allo sviluppo dei prototipi. Oggi, infatti, la società è titolare di sei brevetti a nome Biotecnomed Scarl”. A questo si affiancano moltissimi progetti di ricerca che hanno ottenuto finanziamenti europei anche nell'ambito della programmazione in corso 2014-2020.

 


Il Por 'Ricerca e innovazione', risposta ai problemi del territorio

Cittadella regionale Calabria

L'Asse 1 ‘Ricerca e sviluppo’ del Programma operativo regionale della Calabria, cui Biotecnomed ha avuto accesso, è uno dei principali aspetti su cui la Regione ha puntato per migliorare la qualità della vita dei calabresi. Lo hanno spiegato Tommaso Calabrò, dirigente generale del dipartimento Programmazione comunitaria, e Lucchetta Menotti, dirigente del settore Ricerca scientifica e innovazione tecnologica del dipartimento Presidenza. “Il percorso descritto nel documento della Strategia regionale di specializzazione intelligente (noto anche come ‘S3’, ndr), di cui fa parte anche l'Asse1 – ha chiarito Calabrò – è stato pensato e utilizzato come strumento di sviluppo per il territorio in un settore trainante dell'economia calabrese, creando reti tra le imprese della regione”. Interventi orientati in ciascun settore a risolvere problemi per creare crescita, ma anche “per aumentare l'occupazione nel settore ricerca e sviluppo – ha aggiunto Lucchetta – ragionando sui bisogni del territorio. Proprio come il polo Biotecnomed, che con le 50 imprese associate e i servizi che eroga ogni anno ha raggiunto un numero significativo di servizi forniti”.

Un mondo a cui è stato possibile accedere facilmente grazie al portale Calabria Europa e alle sue pagine social, curate dalla responsabile della comunicazione del settore, Yvonne Spadafora, che un recente studio europeo ha indicato essere un esempio virtuoso (best practice) da imitare.


Gli inventori di Biotecnomed

Sia alle aziende che fanno parte della società, che a quelle aggregate, ma anche agli esterni che abbiano intuizioni “brillanti”, Biotecnomed mette a disposizione una figura professionale che li guida nella procedura per trasformare l'idea in un brevetto da far sbarcare sul mercato. “Quando arrivano da noi, gli 'inventori' – ha spiegato Sonia Garieri – ci dicono di aver riscontrato un problema nel loro settore di riferimento e di aver trovato una soluzione eccellente, mai vista. Il primo passo è quello di fare una valutazione di brevettabilità. Un incontro del tutto gratuito che chiamo ‘sportello della proprietà intellettuale’, per capire se ci sono gli estremi. Nella migliore delle ipotesi, l'idea che ci viene presentata è già concreta e Biotecnomed si offre di seguirne il percorso di tutela, accompagnando i suoi detentori nella scrittura del brevetto. Prima di arrivare al deposito della domanda, verifichiamo se c'è il rischio di contraffazione. Se la ricerca dà esito negativo, procediamo con la tutela”. Stessa cosa avviene per il marchio e gli altri strumenti di proprietà intellettuale di cui si occupa Biotecnomed.


‘Mate’ il braccialetto intelligente per bambini e anziani

Commesse per realizzare nuovi prototipi in campo biomedico e biomeccanico, ma anche progetti di sviluppo attuati con fondi europei, sono alla base del lavoro di Biotecnomed. Un esempio in questo senso è il braccialetto intelligente “Mate” (Multifunction Assistant for little kids and the Elderly), che gli ingegneri stanno sviluppando grazie al Pon Mise ‘Imprese e competitività’ e Horizon 2020, il cui valore è di oltre tre milioni di euro, metà del quale sarà garantito da contributi privati.