"Non si annulla uno spettacolo con
una semplice e-mail, neppure Pec, senza accertarsi dell'avvenuta
consegna, a ridosso delle festività natalizie e nel bel mezzo
della Stagione. Solo all'inizio di gennaio, a seguito di una
richiesta d'invio di materiale stampa, siamo venuti a conoscenza
dell'annullamento". Piero Ferrarini, direttore artistico del
Teatro Dehon di Bologna, replica così alla società di produzione
Palcoscenico Italiano dopo la 'querelle' innescata ieri su
Facebook per l'annullamento dello spettacolo 'Riunione di
famiglia' con Katia Ricciarelli, in cartellone dal 3 al 5
febbraio e cancellato "per motivi televisivi dell'artista".
Un annullamento reso noto al pubblico poche ore prima ma che,
secondo la produzione, era stato comunicato alla direzione del
teatro già il 9 dicembre. Al di là delle precisazioni sulla data
e su modalità e tempistiche dell'informazione, Ferrarini
sottolinea - con un nuovo post sulla pagina social del Dehon -
che la sua intenzione primaria era "una riflessione sullo stato
attuale del Teatro, 'cenerentola' delle Arti rappresentate e
comodo punto d'appoggio momentaneo in attesa dell'agognata
apparizione televisiva. Una semplice quanto amare valutazione
della miseria in cui versa questo ambiente oggi, e non certo uno
strale nei confronti del singolo".
"Mi pare irriverente e fuori luogo - continua il direttore
artistico, riferendosi a un altro punto della replica della
produzione - asserire che in altra occasione si sia scelto il
nostro Teatro 'preferendolo ai più ben noti teatri bolognesi'.
Il Dehon - con i suoi 37 anni di gestione ininterrotta ad opera
di Teatroaperto, un 'Biglietto d'Oro Agis' e la recente
assegnazione dell'onorificenza 'Turrita d'Argento' per meriti
culturali al fondatore Guido Ferrarini da parte del Comune di
Bologna - rientra a pieno titolo in questo novero. E se siamo
stati 'preferiti' ciò è avvenuto sulla base di precisi accordi
economici, com'è normale in questi casi, e non certo 'gratis et
amore dei' o per particolare trasporto nei nostri riguardi".
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