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Isola di San Pietro, paradiso naturalistico del Golfo di Taranto

Raggiungibile in 35 minuti con motonavi Amat dal centro città

Sandra Fischetti TARANTO

TARANTO- Acque trasparenti, frequentate in alcuni periodi dell'anno anche dai delfini, con infinite sfumature di verde che riflettono il colore della fitta vegetazione. Fondali ricchi di praterie di Posidonia, comodo rifugio per avannotti, molluschi, spugne, ricci, stelle marine. E poi tante varietà di vongole, noci, tartufi di mare, e persino esemplari di Pinna nobilis, una sorta di cozza gigante (può arrivare fino a un metro di lunghezza), da cui già in epoche lontane si ricavavano i tessuti per vesti di regnanti e imperatori. Nel Golfo di Taranto, a poco più di dieci chilometri dal Canale navigabile, c'è un piccolo gioiello della natura. E' l'isola di San Pietro che, assieme alla vicina San Paolo, costituisce l'arcipelago delle Cheradi.

E' un paradiso fuori dalle grandi rotte turistiche: di proprietà del demanio militare , sino a circa 20 anni fa era impossibile accedervi per i civili. Dal 2003 è possibile a tutti godere del suo mare incontaminato e prendere il sole sulla sua lunga spiaggia con il canto delle cicale come unico sottofondo. In 35 minuti di navigazione, partendo dal centro di Taranto, è possibile raggiungere l'isola con le due motonavi di Kyma Mobilità Amat, l'azienda municipalizzata del trasporto pubblico. Il biglietto di andata e ritorno costa 11,40 euro e nel prezzo è compreso l'accesso all'ampio stabilimento balneare attrezzato con ombrelloni e lettini. Gli ombrelloni sono 220 e la spiaggia può ospitare sino a 1000 bagnanti, nel rispetto delle condizioni di sicurezza imposte dall'emergenza coronavirus.

L'isola è una bellezza, non solo per il mare. La vasta pineta che la ricopre, assieme a lecci , querce, platani e palme costituisce un'oasi per molte specie di uccelli . Come barbagianni, beccacce di mare, quaglie, tortore, gabbiani e cormorani. Assieme ad esemplari di martin pescatore e gheppio.
   

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