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Museo Accorsi, De Chirico Savinio e Les Italiens de Paris

Piemonte

Museo Accorsi, De Chirico Savinio e Les Italiens de Paris

Nella mostra, curata da Colombo e Godio, 70 opere di 7 artisti

TORINO, 20 ottobre 2021, 15:08

Redazione ANSA

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Parigi era viva. De Chirico, Savinio e Les Italiens de Paris (1928-1933) ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Parigi era viva. De Chirico, Savinio e Les Italiens de Paris (1928-1933) ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Parigi era viva. De Chirico, Savinio e Les Italiens de Paris (1928-1933) ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Una mostra raffinata e di spessore, con un allestimento molto curato e un'illuminazione perfetta delle opere. Dal 21 ottobre si può visitare al Museo Accorsi-Ometto di Torino 'Parigi era viva. De Chirico, Savinio e Les Italiens de Paris (1928-1933), curata da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio.

Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Massimo Campigli, Filippo de Pisis, René Paresce, Gino Severini e Mario Tozzi sono i protagonisti dell'esposizione che restituisce il clima di Parigi, sogno e mito di ogni artista. In tutto una settantina di opere, provenienti da importanti musei e istituzioni, normalmente poco propensi a prestare le loro opere, e in alcuni casi da da collezioni private. Sette artisti che, con il loro linguaggio, al di là delle diverse tematiche e stilistiche individuali, hanno ridisegnato le sorti della pittura italiana del XX secolo. La rassegna, che avrebbe dovuto aprire un anno fa ed è stata rinviata a causa del Covid, è suddivisa in sette sezioni, ognuna delle quali è dedicata a un artista. In una saletta sono raccolti una dozzina di disegni, eseguiti tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, da De Chirico, Severini e Paresce.

"E' una mostra importante, frutto di tre anni di ricerca. Giulio Ometto l'avrebbe apprezzata molto perché Parigi era la città del suo cuore", ha detto il direttore del Museo, Luca Mana. "Una mostra di spessore, curata in ogni dettaglio. Solo quest'anno le curatrici hanno inviato 1.200 email", sottolinea il presidente Guido Appendino. 

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