Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Nei sotterranei di Torino punti anti epidemia già nel 1600

Piemonte

Nei sotterranei di Torino punti anti epidemia già nel 1600

Fondazione Accorsi riaprirà al pubblico gli Infernotti in via Po

TORINO, 23 marzo 2021, 16:05

di Amalia Angotti

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Nella Torino del 1600 esistevano, all'ingresso della città, veri e propri 'punti anti epidemia', oggi diremmo 'anti Covid' : luoghi sotterranei dove veniva confinato per la quarantena chi veniva individuato come soggetto a rischio o riposte le merci contaminate. Sono gli Infernotti, luogo ai più sconosciuto, che la Fondazione Accorsi-Ometto riaprirà al pubblico tra un anno, dopo lavori di adeguamento e di accessibilità.
    Gli Infernotti sono in via Po 55, quasi all'altezza di piazza Vittorio Veneto, dove un tempo c'era la monumentale Porta di Po, progettata dall'architetto Guarini. Si accede da uno dei cortili del palazzo nel quale è ospitato il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto. Voluto dai padri antoniani dell'abbazia di Saint-Antoine en Viennois - spiega il direttore Luca Mana - il palazzo fu dotato fin dalla origine di una chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate. I primi documenti risalgono al 1616 quando il complesso venne aperto ai religiosi e ai malati da loro curati. Gli Infernotti - con una tessitura muraria, caratterizzata da ciottoli di fiume e mattoni - furono costruiti nelle fondamenta della chiesa e vennero usati come cantine. La chiesa fu sconsacrata nel 1773. Nella seconda guerra mondiale fu utilizzata come rifugio antiaereo.
    Quello degli infernotti non è l'unico progetto della Fondazione Accorsi-Ometto che, nonostante la sospensione temporanea dell'attività, non si è mai fermata. Allo studio c'è l'ampliamento del Museo con la realizzazione dell'area biglietteria e accoglienza in via Po e gli uffici della Fondazione al primo piano. Il progetto, nato su idea del consigliere Sergio Ballarè e sposato con grande entusiasmo dal vicepresidente Guido Appendino, punta ad ampliare l'area espositiva nell'attuale sala conferenze e foyer: l'idea - spiega Appendino - è di liberare, per esempio, il Salone cinese, rivestito da grandi pannelli in carta di riso, dai pannelli utilizzati per i quadri valorizzando gli ambienti e il patrimonio della fondazione. I lavori inizieranno a breve con l'obiettivo di potere utilizzare anche i nuovi spazi per la grande mostra che aprirà il 7 ottobre 'Parigi era viva. De Chirico, Savinio e Les Italiens de Paris'. 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza