(ANSA) - ANCONA, 19 GEN - Se di Tiziano Vecellio
(1488/1490-1576) si può dire che inventò per primo il
'copyright', vale a dire la concessione dietro compenso del
diritto di copiare e diffondere le proprie opere, Carlo Maratti
(1625-1713) circa un secolo dopo ne fece uno dei suoi tratti
distintivi. A questo tema è dedicata la mostra 'Carlo Maratti.
Strategie comunicative e promozione della propria opera', in
programma dal 20 gennaio al 10 aprile alla Pinacoteca Civica
Francesco Podesti di Ancona.
L'iniziativa, illustrata oggi nel capoluogo marchigiano dai
suoi promotori: l'assessore alla Cultura del Comune di Ancona
Paolo Marasca, il curatore della Pinacoteca Civica Stefano Zuffi
e quello della mostra Stefano Papetti (intervenuto in video),
arriva dopo due mesi dalla chiusura di un'analoga esposizione a
Camerano (Ancona), città di origine di Maratti (detto anche
Maratta). Ma in questa l'occasione si arricchisce della pala
d'altare Madonna col Bambino e i santi Nicola di Bari, Francesco
di Sales e Ambrogio, conservata in via permanente nella
Pinacoteca di Ancona, e del suo disegno preparatorio autografo,
proveniente dal Museo Civico di Osimo, che messe vicino
consentono di apprezzare la tecnica pittorica dell'artista,
considerato uno dei più importanti della sua epoca.
In totale la mostra presenta una trentina di pezzi tra
dipinti, disegni e stampe che evidenziano la capacità
imprenditoriale di Maratti di produrre con i suoi allievi e
collaboratori opere in grado di essere replicate e diffuse, e la
volontà di far conoscere la propria abilità e la grandezza
dell'arte italiana non solo dopo la morte del grande Raffaello,
di cui si sente in qualche modo erede (era chiamato infatti
'Raffaello redivivo'), ma anche dopo quella di Bernini, che
avevano lasciato l'Italia orfana di grandi figure, rischiando di
farle perdere il primato di patria dell'arte europea. In più il
catalogo edito da Artifex (63 pagine curate da Zuffi e Papetti),
offre una notevole mole d'informazioni anche sulla biografia
dell'uomo Maratti definito dai contemporanei 'parchissimo e
sobrissimo', nonché molto attento all'aspetto economico, tanto
da lasciare agli eredi una fortuna in danaro ed opere d'arte.
Tra i pezzi esposti anche la bellissima 'Madonna con Gesù
Bambino in braccio che porge un frutto', tra le tante fatte
anche in epoca giovanile per guadagnare che gli valsero
l'appellativo di 'Carluccio delle Madonne', il dipinto 'San
Bernardo ricompone lo scisma tra Innocenzo II e Vittore IV
antipapa' e uno studio per una composizione allegorica in onore
di Raffaello. (ANSA).
