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Restauro e cantiere a vista a Villa Giulia per la Latona di Veio

Restauro e cantiere a vista a Villa Giulia per la Latona di Veio

Oltre cent'anni fa la scoperta del capolavoro alle porte di Roma

ROMA, 18 maggio 2022, 11:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Verrà restaurata al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia la statua della Latona di Veio, eccezionale scultura in terracotta policroma risalente al 510-500 a.C. che faceva parte del gruppo scultoreo del santuario etrusco di Portonaccio, riportata alla luce nel 1916 alle porte della capitale insieme con le statue di Apollo, Eracle ed Hermes. Lo annuncia il direttore del museo Valentino Nizzo sottolineando che l'intervento di restauro "quanto mai necessario" sarà possibile grazie al sostegno economico di un privato (Lo studio legale Carbonetti e Associati).
    Già oggetto di un primo restauro negli anni '50 del Novecento, la statua di Latona, spiega Nizzo, fu riassemblata allora in decine di differenti frammenti "con un risultato che oggi appare lacunoso e bisognoso di numerose reintegrazioni" soprattutto nella zona delle spalle, del collo e della nuca. Del nuovo restauro si occuperà Sante Guido, l'esperto che ha già lavorato sulle altre due statue del gruppo, con il coordinamento del Servizio per la Conservazione del Museo, di cui è responsabile Miriam Lamonaca.
    Il cantiere sarà "a vista", allestito direttamente nella sala che ospita il celeberrimo gruppo scultoreo etrusco, così da consentire al pubblico di assistere in diretta a tutte le operazioni.
    Nel 1916, era proprio il 19 maggio, il ritrovamento delle statue etrusche oltre a suscitare un enorme scalpore, rivoluzionò le conoscenze fino ad allora acquisite sull'arte degli Etruschi ed ebbe una fortissima influenza sulla cultura e l'immaginario contemporanei. L'Italia era in guerra e il recupero dei reperti - ad opera di Giulio Quirino Giglioli - aveva avuto un effetto beneaugurante anche sulle sorti belliche della Nazione. L'Apollo, in particolare, incantò tutti entrando sin da subito nella rosa dei capolavori universali, opera di un maestro anonimo che, come attestano diverse fonti letterarie, nello stesso periodo dovette essere chiamato a Roma da Tarquinio il Superbo per la decorazione del tempio della triade capitolina sul Campidoglio.
   

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