Fu Amedeo Maiuri, negli anni '30
del secolo scorso, a creare al Museo Archeologico Nazionale di
Napoli una 'Sezione di tecnologia e meccanica antica' dedicata
alle scienze e delle discipline applicate (idraulica,
agricoltura, astronomia) poi dismessa. Dopo oltre 90 anni,
nell'autunno del 2022 il MANN ricollegandosi alla visione del
grande archeologo aprirà al pubblico una nuovissima 'Sezione
tecnologica romana' , nello stesso braccio 'moderno'
dell'edificio. Il progetto è stato presentato dal direttore
Paolo Giulierini insieme alla partnership con il Museo Galilei -
Istituto di Storia della Scienza di Firenze diretto da Roberto
Ferrari: il percorso si svilupperà attraverso circa cento
reperti, ricostruzioni dei macchinari antichi, video, e
ricorderà al visitatore anche con approfondimenti didattici che
''ben poco delle conquiste dell'arte del mondo antico sarebbe
stato possibile senza una corretta padronanza delle tecnologie,
basti pensare ad esempio al processo di costruzione di un
tempio, dalla cavatura delle pietre fino all'innalzamento delle
colonne' come ha sottolineato Giulierini. Anche il 'ponte' tra
Napoli e il Galilei ha una radice antica: già nella mostra di
Storia della scienza tenutasi a Firenze nel 1929, la Campania fu
rappresentata proprio dai materiali e dalle macchine
dell'Archeologico. Il MANN nel suo patrimonio conserva infatti
macine, strumenti utilizzati per coltivare e misurare la terra,
pesare e conservare le derrate: la groma dalla bottega di
Verus, rastrelli, zappe, vanghe, forche, squadre, compassi, fili
a piombo, calibri, martelli, scalpelli. E per l'idraulica, le
grandi valvole rivenute a Pompei, le fistule in piombo, le
chiavi, i rubinetti, le bocche di fontana, le vasche da bagno in
bronzo. Lenti, prismi, globi ustori rappresenteranno il rapporto
con la luce e il fuoco. Emergeranno in gran parte dai depositi
reperti in maggioranza vesuviani, meridiane , pesi in bronzo o
pietra, bilance. Da menzionare la gru calcatoria, la vite di
Archimede e la ruota idraulica affiancata dal calco rivenuto a
Venafro ai primi del Novecento. Nel Giardino della Vanella
sarà riallestita la peschiera che Maiuri realizzò sul modello in
una villa romana di Formia. Il progetto scientifico è curato da
Giovanni Di Pasquale e Laura Forte, l'allestimento da Andrea
Mandara, il design da Francesca Pavese.
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