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Alla Reggia di Caserta la statua perduta di Sanmartino

Campania

Alla Reggia di Caserta la statua perduta di Sanmartino

Ritrovata in un deposito, in mostra il 3 ottobre

CASERTA, 01 ottobre 2021, 15:31

Redazione ANSA

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Alla Reggia di Caserta la statua perduta di Sanmartino - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla Reggia di Caserta la statua perduta di Sanmartino - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alla Reggia di Caserta la statua perduta di Sanmartino - RIPRODUZIONE RISERVATA

CASERTA - Era considerata un'opera "perduta" ed invece è sbucata fuori da uno dei depositi della Reggia di Caserta, una miniera d'oro che può riservare ancora sorprese. E' la statua raffigurante il neonato principe ereditario al Regno di Napoli Carlo Tito di Borbone, figlio del Re Ferdinando IV e della regina Maria Carolina, morto a tre anni di vaiolo; una statua realizzata nel 1775 in una pietra tenera dalle venature rosate da Giuseppe Sanmartino, autore del famoso Cristo Velato.

La scultura del Real Infante Carlo Tito era presente negli antichi inventari di fine 1800 della Reggia ma poi se n'era persa traccia. La statua sarà esposta alla Reggia domenica 3 ottobre in occasione della XVIII Giornata Nazionale degli Amici dei Musei. A raccontare la scoperta è la funzionaria della Reggia Valeria Di Fratta.

"Qualche mese fa - ricorda la Di Fratta - il direttore Tiziana Maffei mi ha chiese di venire in deposito perché c'era una statua di un neonato dormiente che le sembrava di pregevole interesse artistico. Appena la vidi rimasi folgorata, mi sembrò subito di grandissima qualità, e dai tratti, pensai che l'autore potesse essere rintracciato tra i maggiori rappresentanti della scultura napoletana del 700; il primo nome che mi venne in mente era quello di Giuseppe Sanmartino; consultando la monografia, nei documenti si riportava di una scultura del principe ereditario appena nato, ovvero Carlo Tito di Borbone, primo figlio maschio dei regnanti delle Due Sicilie, scultura presente nelle collezioni della Reggia almeno dal 1879". "Quando vidi la statua mi dissi che era troppo bella per non sapere chi raffigurasse e di chi fosse - dice emozionata il direttore Tiziana Maffei - e poi per noi donne ha anche un altro significato; quando è stata scoperta, Valeria Di Fratta aveva da poco avuto un figlio, e mi inviava le foto della statua continuamente. Dietro il rigore e lo studio c'è sempre l'emozione e la vita della persone". La Maffei sottolinea poi "l'importanza di valorizzare depositi come il nostro, che sono luoghi di approfondimento e di studio che possono coinvolgere un intero territorio. Uno dei tanti temi della Reggia è poter iniziare a narrare questa nostra storia, del regno dei Borboni, dell'Unità d'Italia; con questo pezzettino di storia, viene ribadito quanto sia fondamentale il centro di documentazione borbonica".

La statua sarà restaurata all'interno dei Laboratori di Restauro della Reggia di Caserta da Anna Manzone, supportata da consulenza specifica di un restauratore con esperienza trentennale nel settore, resa possibile grazie al contributo dell'associazione Amici della Reggia di Caserta. 

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