In caso di "no deal" "non ci saranno cambiamenti significativi dal punto di vista della protezione del marchio perché Parmigiano Reggiano è un marchio registrato nel Regno Unito e gode della protezione legale che si estende anche al termine parmesan. Ma la preoccupazione è forte per diversi motivi: dal rischio di convergenza di possibili nuovi dazi ai riflessi di una probabile crisi economica post-Covid che impatterebbe sulla capacità di spesa delle famiglie Oltremanica - rileva il consorzio - Se i prodotti agroalimentari italiani venissero lasciati senza protezione europea, l'intero comparto subirebbe la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione realizzati all'estero e nei paesi extra Ue".
"Un altro rischio potenziale associato alla Brexit è che nel Regno Unito venga implementata una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane, come l'etichetta nutrizionale a 'semaforo' che si sta diffondendo nella maggior parte dei supermercati del Regno Unito e che respinge ingiustamente gran parte dei prodotti Made in Italy con lo status di Dop - ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano - C'è poi il rischio di nuovi dazi, scenario che i consorzi dovranno gestire in coordinamento con l'Unione europea. Da tenere presente inoltre che lieviteranno i costi del Consorzio di tutela per la vigilanza in UK, in quanto uscendo dall'UE, non sarà più valida la norma della tutela ex-oficio: le azioni di tutela e vigilanza saranno pertanto completamente a carico dei consorzi di tutela".
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