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A Valpolicella annual Conference il punto su clima e mercato

Nel 2019 prodotte 64 milioni bottiglie, giro d'affari da 600 mln

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Dal controllo della temperatura in appassimento alla riscoperta del corvinone come vitigno resiliente, fino alla scelta della pergola per proteggere gli acini da un irraggiamento solare eccessivo e all’anticipazione dei tempi di pigiatura per Amarone e Recioto. Sono solo alcune delle risposte della Valpolicella ai cambiamenti climatici, tema che, insieme alle tendenze di consumo, incrocerà in maniera trasversale la Valpolicella Annual Conference in programma il 26 e 27 febbraio. Una discussione anche attraverso i calici e oltre i confini per mettere a fuoco le strategie della denominazione, già in parte messe in atto con le modifiche al disciplinare di Amarone e Ripasso del 2019, in reazione ai cambiamenti climatici e alle fluttuazioni dei mercati. Cento gli stakeholder coinvolti, di cui 80 esteri, tra operatori del trade, esperti, Master of wine e stampa specializzata, in connessione da 25 Paesi target: dagli Emirati Arabi a Hong Kong, dalla Russia agli Stati Uniti, dal Giappone alla Germania. Ad attenderli, 1200 i campioni di vino in degustazione, tra Amarone, Valpolicella e Ripasso (4 referenze per ciascun vino per ogni partecipante).
Si parte alle 14.00 con ‘Amarone della Valpolicella: come implementare bisogni e visione per il futuro’, una sessione dedicata al Re dei vini veronesi, per fare il punto su appassimento e affinamento (fino alle 15.00) sotto la guida di Wojciech Bonkowski, wine expert e giornalista, Enrico Nicolis, enologo, Maurizio Ugliano, professore dell’Università di Verona e Jc Viens, Wset educator. A seguire, ‘Valpolicella Ripasso. Come unire il successo con la tipicità’ (dalle 15.00 alle 15.50), sul ‘nuovo’ Ripasso regolamentato dal disciplinare modificato due anni fa, condotto da Michelle Cherutti-Kowal, Master of wine, Alessandro Bellotto, enologo e consulente Giotto Consulting, Tone Veseth Furuholmen, senior product manager Vinmonopolet As e Alberto Brunelli, enologo e consulente del Consorzio. E per finire, riflettori puntati sul Valpolicella con ‘Valpo: l’antico strumento per raccontare il nostro territorio’ (dalle 16.00 alle 16.50) con i contributi di Alberto Ugolini, sensory analyst e wine educator, Gabriele Gorelli, ceo Brookshaw&Gorelli, e di due Master of wine Nick Bielak e Lin Liu. Sotto la lente, il rinnovamento e il posizionamento del vino che più riflette il terroir della denominazione su un mercato sempre più orientato verso i light-bodied wines.
I digital tasting seguiranno l’apertura dei lavori, venerdì 26 febbraio (dalle 11.00 alle 12.15), con confronto su ‘Gdo, horeca, e-commerce: il futuro commerciale del vino è multicanale’, con gli interventi di Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, Francesco Scarcelli, responsabile alcolici Coop Italia, Paolo Zanetti, fondatore Callmewine, Alessandro Boga, specialist Wilson Daniels portfolio Italia, Luca Pizzighella, brand manager Signorvino, e Roberto Burro, docente di psicologia Università di Verona.
Sono quasi 8.400 gli ettari vitati nei 19 comuni della Doc veronese Valpolicella, per la quale il Consorzio vanta oltre l’80% della rappresentatività. Nella provincia leader in Italia per export di vino, sono 2.273 i produttori di uve e 272 le aziende imbottigliatrici. Nel 2019 sono state prodotte circa 64 milioni di bottiglie, il giro d’affari medio complessivo è di circa 600 mln di euro annui di cui 350 mln stimati solo per l’Amarone.

In collaborazione con:
Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella

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