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Ok Giappone a carni ovine e caprine italiane

Ambasciata Tokyo per rilancio Made in Italy su mercato nipponico

Redazione ANSA TOKYO

(ANSA) - TOKYO - Via libera alle importazioni di carne ovina e caprina dall'Italia, inclusi gli spiedini di carne, a conclusione di un articolato processo negoziale, a cui è stato dato un decisivo impulso proprio durante le fasi della crisi del coronavirus.

L'accordo è stato concluso tra le Autorità sanitarie giapponesi e il ministero della Salute italiano. "Si tratta di un importante risultato per le significative potenzialità economiche che si aprono, e che giunge in un momento in cui tutte le opportunità devono essere sfruttate al meglio per permettere il rilancio delle relazioni commerciali delle nostre aziende in Giappone, e vorrei ringraziare il Ministero della Salute per l'impegno nel raggiungimento di questo obiettivo", ha commentato l'Ambasciatore a Tokyo, Giorgio Starace. "Nel 2019 - ha aggiunto l'ambasciatore - il Giappone ha importato 175,8 milioni di euro di carni ovine e caprine dall'estero, e dal 2016 al 2020 le importazioni sono aumentate del 44,6%.

In Giappone vi è una crescente domanda soprattutto per i prodotti di carne ovina e credo che l'Italia potrà dare un contributo significativo per soddisfarla attraverso prodotti di qualità. Adesso l'attenzione si sposterà sugli aspetti promozionali, a partire dalla prossima Settimana della Cucina Italiana in autunno".

Il tipo di prodotti sui quali si concentra attualmente la domanda di importazione giapponese, in ordine di importanza: carne ovina fresca senza osso (40,3%); carne ovina congelata senza osso (30,7%); tagli con osso di carne ovina fresca (14,2%); tagli con osso di carne ovina surgelata (9,9%). Il negoziato, incentrato in particolare sulle garanzie sanitarie fornite dai Servizi veterinari per la tutela della salute dei consumatori, e dello status sanitario del Giappone, si è concluso favorevolmente anche se condotto in un periodo di grande incertezza dovuta al SARS-CoV2.

Il ministero della Salute italiano fornirà indicazioni ai Servizi veterinari territoriali per rendere operativo il protocollo che consentirà di avviare le esportazioni. (ANSA)

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